Sanità: dall’Asl CN1 uno studio su nefropatici per ridurre il carico di farmaci

Pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale: coinvolti 71 mila soggetti con danno renale acuto e insufficienza renale cronica grave

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Prendendo spunto da una tesi di laurea condotta in collaborazione con la Cattedra di Geriatria e Gerontologia dell’Università degli Studi di Torino, la Struttura complessa Nefrologia e Dialisi dell’Asl CN1 insieme al Laboratorio Analisi, alla Farmacia Ospedaliera, alla Struttura Programmazione Sanitaria e Controllo di Gestione, ha pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale i risultati di un grande studio epidemiologico condotto su una popolazione di riferimento di oltre 71000 soggetti.

Nello studio sono state valutate le prevalenze di danno renale acuto e di insufficienza renale cronica grave nei gruppi di età superiore e inferiore ai 65 anni, che per qualunque ragione, avevano avuto accesso ai DEA o ai Pronto Soccorso, oppure erano stati ricoverati negli ospedali di riferimento territoriale con una valutazione dei parametri renali.

Sono state trovate significative associazioni fra la presenza di danno renale acuto e l’età avanzata (25 volte in più rispetto all’età superiore ai 65 anni) e la mortalità correlata (68% contro 23%), in presenza di un numero significativamente più elevato di ricoveri. Uno su cinque di questi pazienti mostrava la tendenza a evolvere verso uno stato di cronicità.
Sostanzialmente una differenza analoga si è riscontrata riguardo alla presenza di un quadro di insufficienza renale cronica grave dove, in due casi su tre, anche qui si assisteva ad un progressivo deterioramento della funzione renale.

Nello studio è anche stata valutata, in un sottogruppo di circa 6 mila soggetti, la presenza di poli-farmacoterapia (intesa come assunzione cronica per almeno 6 mesi di più farmaci), che è risultata prescritta nel 93% dei casi. I farmaci prescritti variavano da uno (29%) a 35 (0.02%), la maggior parte (45%) assestandosi fra i 5 ed i 9 al giorno, evidenziandosi un maggior utilizzo nei soggetti con età maggiore di 65 anni con potenziali, significativi, effetti collaterali.

Stiamo quindi lavorando, in linea con recenti evidenze della Letteratura, per valutare se è possibile ridurre il carico di farmaci – spiega Marco Formica, direttore della Nefrologia e Dialisi dell’Asl CN1 – soprattutto nella popolazione più anziana, abbattendone le complicanze, migliorando la qualità di vita, diminuendo la mortalità e contenendo anche la spesa economica correlata”.

Un lavoro impegnativo, che testimonia come gli sforzi congiunti di varie competenze aziendali, sanitarie e amministrative, portino a sinergie significative con soddisfazione dei partecipanti e potenziali, auspicabili ricadute per la salute degli assistiti nonché per la programmazione sanitaria locale.