La dieta mediterranea, unita a una modesta attività fisica, riduce la possibilità di ammalarsi di tumore. Non solo: rende anche più efficaci le terapie per la cura dei pazienti. Lo ricorda Marco Merlano, direttore dell’Oncologia Medica dell’azienda ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo, illustrando alcuni studi scientifici presentati a un recente congresso di Lubecca: “Gli studi sull’importanza della qualità della vita risalgono a 30 anni fa, ma non sono mai stati sufficientemente pubblicizzati a differenza delle cure farmacologiche. Una dieta sana e varia e un po’ di attività fisica costante, consente alla popolazione di batteri che abitano il colon, di governare meglio le capacità del soggetto di rispondere positivamente alla immunoterapia”.
Olio d’oliva, vegetali, legumi, frutta, noci e cereali non raffinati sono gli ingredienti base della dieta mediterranea che per lungo tempo è stata considerata sana e bilanciata.
Può aiutare a ridurre il rischio di molti tipi di cancro grazie alla grande varietà di alimenti e il basso apporto di quelli super raffinati. Sebbene non esista la regola d’oro, i nutrienti negativi sono i cosiddetti “bianchi”, cioè zucchero, farina e sale.
Curare la flora batterica, quindi, ci fa vivere meglio, più a lungo e, qualora dovessimo ammalarci (perché la possibilità di dover combattere contro una forma di cancro si riduce di molto, ma non può essere eliminata) saremo più forti, più attrezzati per sconfiggere la malattia.
Nemico giurato del nostro macrobiota intestinale è l’antibiotico terapia: “E’ un massacro per il nostro intestino, con alterazione della capacità dei batteri di difenderci dal tumore. Per questo è importante restaurare subito la flora batterica normale, considerando che il microbiota intestinale (virus, batteri che vivono nel nostro intestino, ndr) richiede diete sane e la flora ha una capacità di adattamento a ciò che ingeriamo di appena 24 ore”.
Studi scientifici, pubblicati su riviste internazionali, hanno dimostrato che circa 100 pazienti che facevano parte di una popolazione di oltre 280 affetti da tumori del polmone o delle vie urinarie, trattati con immunoterapia e che hanno ricevuto antibiotici per infezioni intercorrenti, hanno ottenuto una mediana di sopravvivenza di 7 mesi contro i 18 osservati in chi non aveva avuto infezioni.
Anche una maggiore serenità, ambienti e condizioni più rilassanti incidono positivamente sul decorso della malattia e l’efficacia delle cure: uno studio scientifico ha dimostrato che alcune donne ricoverate in un reparto con operatori istruiti a far ridere (un “reparto del sorriso”) vivevano significativamente più a lungo di altri soggetti ricoverati e seguiti in un reparto “tradizionale”.
c.s.