Maggiori controlli sulle strade, limiti di velocità, autovelox, più consapevolezza del pericolo e forse più prudenza.
Sono tante le ragioni che possono aver concorso a far diminuire un po’ il numero degli incidenti stradali nella Granda, ma soprattutto dei morti.
Il 2018 si chiude con 44 morti sulle strade cuneesi, un dato ancora molto pesante, ma migliore rispetto all’anno precedente con un calo di 15 unità rispetto ai 59 decessi verificatisi nel 2017.
Il rilevamento è stato curato quotidianamente dall’Ufficio Stampa della Provincia da fonti giornalistiche (non ufficiale), ma permette di capire l’andamento statistico del fenomeno. L’allarme sulla sicurezza stradale resta alto e non riguarda soltanto gli automobilisti visto che ben 20 decessi del 2018 in provincia di Cuneo sono da ricondurre a pedoni (8), motociclisti (7) o ciclisti (5), pari a quasi la metà del totale.
I dati sugli incidenti stradali sono molto altalenanti, ma indicano una linea stabile. Negli ultimi dieci anni si è scesi soltanto una volta sotto la soglia dei 40 morti all’anno (nel 2016 con 33 morti).
Di norma i calcolo dei decessi si aggira intorno ai 50 all’anno: 2015 (55 morti); 2014 (42); 2013 (48); 2012 (51); 2011 (51); 2010 (68); 2009 (57). Niente a che vedere – comunque – con la situazione di vent’anni fa quando nel 1998 i morti registrati in provincia di Cuneo furono 138 in un solo anno.
Poi si cominciò a scendere: 125 morti nel 1999; 122 nel 2000; 115 nel 2001; 116 nel 2002; 116 nel 2003; 105 nel 2004; 83 morti nel 2005; 71 nel 2006; 78 nel 2007; 72 nel 2008. Da allora ad oggi sono morti sulle strade cuneesi quasi 1.600 persone, senza contare i feriti e i disabili permanenti.
Il tragico bilancio è lo specchio delle cattive abitudini di chi si mette al volante. Eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza, uso di droghe e distrazioni causate dall’uso dei cellulari sono fenomeni talmente diffusi da poter essere considerati come una vera e propria emergenza.
La maggior parte degli incidenti mortali del Cuneese avviene in primavera e in estate con la bella stagione, mentre paradossalmente con l’inverno, nonostante neve e ghiaccio, si fa più attenzione nella guida.
Come concausa per le morti sulle strade della Granda c’è anche da considerare l’estensione geografica del territorio e l’assenza di grandi infrastrutture autostradali che obbliga al ricorso della normale viabilità per spostamenti tra i tanti piccoli centri dovuti a motivi di lavoro, salute, istruzione e divertimento.
C.S.