Festeggiare 41 anni con l’ennesimo premio tra i migliori portieri della provincia di Cuneo, pronunciando un “quest’anno potrebbe essere l’ultimo, ora largo ai giovani”, per poi ridere sotto i baffi e valutare ancora una volta l’idea di continuare.
Dev’essere bello chiamarsi Emiliano Campana e anno dopo anno, guardarsi attorno ed accorgersi di essere ancora tra i migliori in Granda tra i pali (quattro rigori su cinque parati in stagione), pur avendo scollinato quella “quota 40” che per il mondo del calcio rappresenta una sorta di colonna d’Ercole verso il tramonto.
Oggi sono 41, per la precisione. Come Buffon (e poco meno di un mese dopo di lui), tanto per trovare un paragone che, con le dovute proporzioni, può anche calzare a pennello. 41 anni arrivati la sera dopo l’ennesimo riconoscimento agli Idea Awards: ancora una volta il secondo posto, giunto per il rotto della cuffia alle spalle del giovincello Luca Bonofiglio, forse più “social” dell’eterno Emiliano.
Eppure le primavere sembrano non passare: “Le sensazioni sono sempre le stesse, la voglia di allenarmi e provare a migliorare non manca mai. Non avrei mai detto di essere ancora qui, a 41 anni” – spiega ai nostri microfoni proprio oggi.
1995-2019: un’era per il calcio. “Il calcio è cambiato e, ad essere sincero, con l’ingresso della regola dei fuoriquota, a parer mio, il livello tecnico è anche calato. Questi giovani, oggi, possono fare il bello e cattivo tempo, perché le società sono obbligate a schierarli, mentre quando ero un pischello io avevi quasi timore a parlare ai vecchi”.
Mai banale Campana, che poi si lascia andare ai ricordi: “Non dimentico l’esordio del 1995, in Serie D in un Cuneo-Vogherese per cuori forti. Poi la convocazione nell’Under 19 nel 1997/98, la prima esperienza fuori casa in Sardegna, la firma con il Benevento e la sconfitta che ci impedì di centrare una storica promozione in Serie C1. Che emozione, invece, giocare con addosso la gloriosa casacca grigia dell’Alessandria: pazzesco. Quindi gli anni di Baveno, che mi hanno formato e dato tanto. Infine, l’Olmo, diventata una sorta di casa per me, e questi riconoscimenti agli Idea Awards, che mi riempiono d’orgoglio, perché ottenuti in mezzo a tanta bella gioventù”.
Senza peli sulla lingua anche per i rimpianti di una carriera: “Potevo fare di più? Forse sì, a volte per demeriti miei, a volte per altre situazioni. L’unico rammarico è quello di non essere riuscito ad approdare al Livingstone, nella serie B scozzese, nel 2008, quando furono alcuni problemi burocratici a fermare il mio passaggio. Chissà cosa avrebbe potuto essere, ma chissà anche cosa mi sarei perso di questi anni comunque bellissimi. Ad esempio, potrei non avere la parata più bella della mia vita: mia figlia Antea”.
Infine, i ringraziamenti, pensando al domani: “Spero di diventare allenatore dei portieri e poter aiutare tutti i ragazzi che si cimentano in questo ruolo bello ma solitario. La mia scuola portieri Emiliano Campana, sul campo della Soccer School Cuneo, è nata proprio con questo obiettivo. Per quel che sono, voglio ringraziare la mia famiglia, la mia compagna Elisa e mia figlia Antea, che mi permettono di continuare a “sognare”. Un grazie al mio preparatore Roberto Moroni che mi mette in condizioni di scendere in campo, a mister Magliano ed alla società Olmo per quello che mi hanno dato. Grazie a voi di Ideawebtv.it, per avermi preso in considerazione anche quest’anno”.
Una “considerazione” obbligata, per quanto fatto sul campo, non certo dovuta, Emiliano…