L’industria cuneese apre il 2016 con pessimismo: segno negativo nell’ultimo trimestre

0
441

Il  nuovo  anno  si  apre  all’insegna  del  pessimismo  per  l’industria della provincia di Cuneo, che accusa una brusca battuta d’arresto rispetto  alla  seconda  metà  del  2015,  quando  il  settore manifatturiero aveva    registrato    un    generale    miglioramento    delle    aspettative    su produzione,  ordini,  occupazione  e  redditività.  

L’indagine  congiunturale  di previsione  per  il  primo  trimestre  2016,  realizzata  dal  Centro  studi  di Confindustria  Cuneo  su  un  campione  di  circa  300  imprese  intervistate, evidenzia  una  svolta  negativa  del  clima  di  fiducia,  sebbene  nei  due trimestri  precedenti  si  fossero  delineati  alcuni  segnali incoraggianti.  La situazione non cambia per le aziende di servizi, mentre a livello generale l’unico macro indicatore che resta di segno positivo e sembra lasciar spazio a  qualche  speranza  è  l’export.

 

 Il  fatto  che anche le  previsioni  –  finora  già sempre  regolarmente  smentite  dai  fatti  –  tornino  ad  essere  negative, allontana l’ipotesi di una inversione di tendenza rispetto alla lunga fase di stagnazione e conferma che la crisi non è finita. Nel  primo  trimestre  2016  rispetto  al  quarto  trimestre  2015,  il  saldo  ottimisti-pessimisti  (ossia  la  differenza  tra  gli  imprenditori  del  settore  manifatturiero  che prevedono  un  miglioramento  e  quelli  che  ipotizzano  un  peggioramento degli indicatori nel periodo preso in considerazione) riporta valori percentuali negativi sui fronti  principali:  la  produzione  passa  dal  +9,4%  a  -2,9%  (-12,3%);  gli  ordini  da +5,2% a -3,4% (-8,6%); l’occupazione da +4,1% a -2,9% (-7%); la redditività da +14,6%  a  -14,1%  (-28,7%).  Unico  dato  in  controtendenza  resta  l’export,  che guadagna più di 18 punti percentuali risalendo da -12% a +6,1%.

 

La situazione non migliora  se  si  guarda  al  ricorso  alla  cassa  integrazione,  che  passa  dal  17,6%  del trimestre  scorso al  25,6% di  inizio  2016: più  di  un’impresa  su quattro.  Il  tasso  di utilizzo   degli   impianti   cede   leggermente   (da   71,9%   a   70,6%),   così   come aumentano un poco le aziende manifatturiere che segnalano ritardi negli incassi (da 43% a 44,9%). Relativamente stabile la composizione del carnet ordini, mentre si rafforza di qualche punto percentuale l’attività di investimento. L’inversione di tendenza negativa è meno inaspettata nel settore dei servizi, le cui aziende avevano già dato qualche segnale di cedimento nelle previsioni per l’ultimo trimestre  2015.  Il  saldo  ottimisti-pessimisti  peggiora  sensibilmente  ma  resta  pur sempre  positivo  per  quanto  riguarda  i  livelli  di  attività  (da +15%  a  +  8,3%)  e  i nuovi ordini (da +9,2% a +3,6%), mentre la redditività, già negativa a fine 2015 (-2,5%)  cala  ulteriormente  a  -7,2%.  

 

Migliorano  le  attese  sull’occupazione  (da +11,3%  a  +15,5%), sui  programmi  di  investimento  significativi  (da  +21,5%  a +25%)  e sui  tempi  medi  di  pagamento  (da  71  a  69  giorni),  ma  non  nelle transazioni  con  gli  enti  pubblici  (da  121  a  125  giorni  per  incassare).  Il  tasso  di utilizzo delle risorse passa dall’85,5% all’82,9%. La metà delle aziende intervistate ha un portafoglio ordini non superiore a tre mesi.