“È stato un percorso lungo e complicato, con il rischio di lasciare in molti senza lavoro, ma l’esito finale è positivo. Tra i dipendenti della Provincia non ci sono esuberi e ora dovremo far funzionare l’ente con il personale che ci è rimasto”.
Così, in sintesi, il presidente della Provincia Federico Borgna durante l’ultimo Consiglio provinciale dell’anno che si è svolto a Cuneo lunedì 29 dicembre. I lavori sono iniziati con l’osservazione di un minuto di silenzio in memoria del vice presidente Mario Riu, recentemente scomparso.
Nel nuovo ente di area vasta resteranno a lavorare 347 persone (erano 680 ad aprile 2014). In gran parte sono cantonieri impegnati sulle strade (100 persone), ma anche tecnici della viabilità ed edilizia, amministrativi ed esecutori. Ancora in corso di organizzazione il percorso dei dipendenti dei Servizi per l’impiego (altre 65 persone) e degli agenti di polizia locale e vigilanza (20). Gli altri dipendenti, invece, sono stati in gran parte trasferiti alla Regione Piemonte (118) insieme alle funzioni tornate in capo all’ente torinese, alcuni hanno chiesto trasferimento ad altri enti (42) e altri ancora hanno usufruito o usufruiranno entro il 2016 del pensionamento (88). In tal modo si è rispettato il parametro imposto dalla legge Delrio che chiedeva di dimezzare la spesa per il personale ad aprile 2014: poco più di 12 milioni di euro.
L’accordo approvato con la Regione prevede che il nuovo ente si occupi ancora di molte funzioni definite “fondamentali”, come la viabilità, l’edilizia scolastica, la tutela dell’ambiente, il trasporto privato, la programmazione della rete scolastica provinciale, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, pari opportunità e, d’intesa con i Comuni, di stazione appaltante, gare e contratti, concorsi e procedure selettive. Strategica, quindi, la fase di riassetto dell’ente e la rideterminazione della nuova dotazione organica, approvate all’unanimità dal Consiglio provinciale.
I lavori sono poi proseguiti con l’approvazione del Documento unico di programmazione (Dup) per il periodo 2016-2018 con il quale la nuova Provincia programma i suoi interventi futuri. Nell’illustrare il documento, il consigliere delegato Marco Perosino ha ricordato che l’indebitamento dell’ente è sceso a 137 milioni di euro (soltanto pochi anni fa era vicino ai 200 milioni). Ha precisato che gli ultimi interventi del Governo “non sono stati tagli di trasferimenti finanziari, ma veri e propri prelievi diretti, pari a circa 16 milioni di euro all’anno (circa 1/3 delle riscossioni, cioè delle entrate proprie della Provincia) che si ripeteranno anche nel 2016-2018, per un totale di 46 milioni in tre anni”. Al dibattito sono intervenuti i consiglieri provinciali Rocco Pulitanò, Annamaria Molinari, Milva Rinaudo per chiedere la massima attenzione al territorio soprattutto in merito alle opere pubbliche quanto mai necessarie e per rilanciare l’attività dell’ente, a cominciare dalla sollecita approvazione del bilancio di previsione.
All’ordine del giorno anche l’integrazione al Piano provinciale di dimensionamento della rete scolastica provincia per il caso dell’Istituto comprensivo di Santo Stefano Belbo (533 alunni) al quale la Regione non ha riconosciuto l’autonomia scolastica perché non situato in territorio montano. “La Provincia – ha proposto la consigliera delegata Rinaudo – chiederà un anno di deroga e un tavolo tecnico-politico con i sindaci locali e l’assessore regionale per risolvere la situazione”.
L’area, infatti, non è classificata montana, ma ne ha tutte le caratteristiche e se fosse accorpata a Neive si creerebbe un polo scolastico troppo grande, come ha ribadito anche la consigliera albese Ada Toso. Sarà elaborata una proposta da avanzare per l’anno scolastico 2017-2018. Al termine dei lavori il via libera per la convenzione tra Provincia e Comuni aderenti al progetto “Esco-Ambientenergia” e l’accordo con il Comune di Pocapaglia per una rotonda stradale di cui si parla da anni e considerata importante per migliorare la sicurezza stradale locale.
c.s.