Nasce il Parco del Po piemontese: il Consiglio regionale ha infatti approvato con 24 sì (maggioranza e 5stelle) e 5 no (centrodestra) il disegno di legge “Modifiche normative e cartografiche al testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità” e istituisce il nuovo ente parco.
Il nuovo soggetto sarà denominato “Parco naturale del Po piemontese” e vedrà confluire sotto un’unica gestione gli attuali parchi insistenti nei tratti del Po Torinese, Alessandrino e Vercellese, creando di fatto una gestione unica lungo il tratto subalpino del fiume più importante d’Italia.
Sono state così recepite le istanze provenienti da molteplici amministrazioni comunali e locali che chiedevano l’istituzione di nuove aree o l’allargamento di quelle preesistenti, attraverso il cambio di denominazione o il passaggio allo status di riserva a quello di parco naturale.
Il testo normativo, così modificato, interviene su più territori del Piemonte con un complessivo ampliamento della superficie a denominazione ambientale per un totale di quasi 10mila ettari che vanno ad aggiungersi ai 190mila esistenti.
Il provvedimento – assegnato alla Commissione Ambiente nel novembre dello scorso anno – ha visto il ricorso anche a consultazioni on line con gli enti e i soggetti interessati alla materia oltre che l’aver ottenuto l’acquisizione del parere di competenza del Consiglio delle autonomie locali (Cal).
Oltre al Parco del Po piemontese vengono istituiti i parchi naturali del Bosco della Partecipanza e delle Grange vercellesi e dell’Alta Val Borbera; le riserve naturali del Bosco del Merlino, delle Grotte di Aisone, degli Stagni di Belangero, delle Rocche di Antignano, del Rio Bragna, del Paludo e dei Rivi di Moasca.
Implementati i parchi del Monviso, del Marguareis, Gesso e Stura e le aree naturali protette prospicienti il Po dell’area torinese; subiscono una riduzione le riserve naturali di Paesana, Benevagienna e Rocchetta Tanaro mentre si trasforma l’area contigua della riserva naturale dei Laghi di Avigliana in zona naturale di salvaguardia.
La normativa introduce un’apposita cartellonistica informativa da disporre presso i principali punti di accesso, la semplificazione delle procedure di selezione del direttore di ente di gestione, le garanzie per il conseguimento della massima efficienza degli enti di gestione attraverso il raggiungimento di dimensioni organizzative idonee.
Nelle aree protette, vecchie e nuove, varranno una serie di vincoli, i principali dei quali saranno il divieto di caccia e le limitazioni edilizie.
Queste le dichiarazioni di voto prima dell’approvazione del provvedimento.
Per Antonio Ferrentino (Pd): “L’interlocuzione con i territori è stata la base per portare questo documento all’attenzione del Consiglio regionale” mentre per Silvana Accossato (Leu) presidente della Commissione Ambiente: “Si tratta di un Ddl che amplia le aree protette nella nostra Regione e che accoglie le istanze di molti enti locali. È un grande passo avanti”.
Per Gianluca Vignale (Msn): “Il voto contrario è motivato con la tardività di questo provvedimento, poi perché le norme di promozione sono state disattese e, infine, perché lede fortemente gli interessi del mondo agricolo”.
L’assessore Alberto Valmaggia ha concluso il proprio intervento esprimendo “soddisfazione per il risultato raggiunto. Abbiamo completato un percorso iniziato nel 2016 con la legge sui parchi. I Comuni desiderano entrare nei Cda dei parchi e daremo loro questa opportunità”.
È stato anche approvato (24 favorevoli e 5 non votanti) un ordine del giorno collegato all’attuazione del disegno di legge, prima firmataria Accossato, che impegna la Giunta regionale a impartire gli indirizzi al nascente ente di gestione del Parco del Po piemontese.
c.s.