Presentata in Parlamento una mozione per attivare una modalità di soluzione dei problemi di ricezione del segnale Rai nei territori montani. Primo firmatario, il deputato del Pd Mino Taricco, insieme ai colleghi Marco Bergonzi, Enrico Borghi, Marina Berlinghieri Marina Sereni, Chiara Braga, Raffaela Mariani, Emanuele Lodolini, Gero Grassi, Gianpiero Giulietti, Walter Verini, Maria Amato, Gianna Molisani, Angelo Senaldi, Simonetta Rubinato, Patrizia Maestri, Giuseppe Romanini, Umberto D’Ottavio, Anna Margherita Miotto, Giorgio Zanin, Cristina Bargero, Matteo Richetti, Paolo Rossi, Edo Patriarca, Francesca Bonomo, Enzo Lattuca, Lorenzo Becattini, Gianluca Beneamati, Anna Ascani, Luisella Albanella, Salvatore Capone, Piergiorgio Carrescia, Elena Carnevali, Floriana Casellato, Liliana Ventricelli.
La Rai − Radiotelevisione Italiana S.p.A, è una delle più grandi aziende di comunicazione d’Europa ed è concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo che esercita secondo quanto previsto dalla legge 3 maggio 2004, n. 112. Tra gli obblighi stabiliti nella legge citata c’è quello di garantire la copertura integrale del segnale e del servizio sul territorio nazionale. La società che ha il compito di gestire gli impianti di diffusione si chiama Rai Way, società per azioni del gruppo Rai, presente capillarmente su tutto il territorio nazionale, con sede centrale a Roma, 23 sedi territoriali e oltre 2.300 siti dislocati sul territorio italiano.
«Il problema – racconta Taricco – nasce nelle aree montane, alpine e appenniniche che, a seguito dell’introduzione del digitale terrestre, segnalano costanti difficoltà di accesso al servizio televisivo. Il Corecom, Comitato regionale che vigila sulle comunicazioni in Piemonte, ha svolto un sondaggio diffondendo gli esiti lo scorso ottobre 2015: i problemi di ricezione sono riconducibili a più macroaree, quelle attigue alla Lombardia, per problemi di interferenza, quelle montane, per assenza del segnale. La copertura del segnale però viene meno anche in altre regioni, come l’Emilia Romagna, nel Parmense, nel Piacentino e nell’area tra Cesena e Forlì, il Veneto, nell’area di Pordenone, ma in generale in tutto l’arco alpino e appenninico. Ora, alla luce del recente inserimento del canone Rai nella bolletta elettrica, come stabilito dalla legge 28 dicembre 2015, n. 208 (Stabilità 2016), risulta indispensabile garantire il segnale e il servizio».
Molti sindaci hanno presentato il loro disagio con comunicazioni scritte ad più destinatari, Rai, Regioni, Agcom, Governo, così come Uncem, a livello nazionale e tramite le sue delegazioni regionali, ha svolto numerose azioni a difesa degli utenti residenti nelle Terre Alte.
Prosegue Taricco: «Migliaia di comuni stanno approvando in Consiglio o in Giunta un Odg nel quale sostengono la necessità di ottenere un tavolo di monitoraggio nazionale, con la Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, l’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e l’AgCom, per individuate le aree alpine e appenniniche dove il segnale tv è inadeguato. Ora è sicuramente giusto che il Governo agisca per ridurre l’evasione dell’imposta sul possesso della tv, ma è altresì necessario che agisca a tutela dei consumatori e dei cittadini che correttamente pagano e pagheranno il canone e hanno diritto ad un servizio adeguato».
La mozione impegna così il Governo ad avviare un monitoraggio su tutto il territorio italiano riguardo ai livelli di effettiva ricezione del segnale televisivo e ad agire affinchè Rai Way potenzi le infrastrutture per la trasmissione del segnale tv, in particolare nelle aree montane e più interne del Paese, territori da tutelare anche ampliando l’informazione locale e regionale, e riattivando e potenziando trasmissioni quali TgrMontagne e Ambiente Italia. Richiede inoltre l’attivazione di un tavolo interministeriale per stilare le strategie opportune a risolvere il problema del divario digitale nelle aree montane, alpine e appenniniche.