Trasferire l’innovazione tecnologica nei territori, condividere la missione della sostenibilità con i cittadini, le pubblica amministrazione, le forze economiche. Rispondendo nel concreto, attraverso un nuovo modello energetico, alla sfida del clima che mai come in questo momento emerge nel dibattito anche in Italia.
Sono i temi intorno ai quali ha ruotato “Energia e ambiente. Tecnologie globali per risposte locali”: il convegno promosso ieri pomeriggio da Egea, la multiutility di Alba specializzata nell’erogazione di servizi ambientali ed energetici su scala provinciale, insieme a Confindustria Cuneo.
Un intenso confronto, seguito nella sala del “Monastero di Cherasco-I Somaschi” da oltre quattrocento persone, che ha permesso d’individuare i nodi della riconversione globale all’efficienza ribaditi lo scorso 9 aprile dalla Commissione europea nel suo Report annuale sull’energia: ridurre entro il 2030 almeno del 40% le emissioni rispetto ai livelli del 1990, raggiungere una quota minima del 32% di energia da rinnovabili, aumentare del 32.5% l’efficienza. Come centrare questi target anche nei Comuni italiani di piccola e media dimensione, 6.647 sui circa ottomila del totale, che rappresentano quasi l’85% della superficie nazionale, al cui interno vivono più dei due terzi della popolazione?
«Quando si affrontano le sfide dello sviluppo economico la questione ambientale diventa ancora più importante e critica – ha commentato nella sua introduzione Mauro Gola, presidente di Confindustria Cuneo – Un territorio è un soggetto vivente ad alta complessità, il forziere dei nostri valori che a volte possono essere coperti da quella polvere generata dal fare quotidiano che impedisce la programmazione anche in sede ambientale. Occorre fare attenzione perché il concetto di sostenibilità non sia un contenitore vuoto o una copertura culturale. Le nostre imprese devono diventare ambasciatrici di un nuovo modello di sviluppo che accompagni una rinnovata attenzione all’ambiente».
Un obiettivo, quello di puntare verso l’economia a basse emissioni di carbonio, esplicitato anche da Pier Paolo Carini, amministratore delegato di Egea: «Il livello della CO2 durante l’ultimo secolo e mezzo è aumentato di sei volte. La missione di ridurre i consumi, utilizzare la parte residuale di energia, ripristinare le condizioni di equilibrio sul Pianeta può mettere insieme territori, generazioni e sfere sociali diverse. Il futuro è dietro l’angolo e, per affrontare con serietà e consapevolezza lo scenario che abbiamo di fronte, occorrono un dialogo ampio e leale e la capacità di unire le competenze tecnologiche e di perseguire l’efficienza nei diversi livelli, come oggi è possibile, dalle imprese alle abitazioni».
A discutere di tutto questo, grazie al coordinamento di Roberto Giovannini, direttore di Tuttogreen – La Stampa, un panel di relatori provenienti dal mondo accademico, come Francesco Gullì, docente di Economia e politica ambientale all’università Bocconi di Milano, che ha sottolineato l’urgenza di abbattere l’impronta ecologica connaturata all’attuale modello di sviluppo: la biocapacità della Terra, ha spiegato, è di circa 2 gha ma attualmente quella media di ogni abitante del Pianeta è di 3 gha e questo dipende almeno per il 50% dalle emissioni legate alla produzione di energia da fonti fossili.
O come Maurizio Repetto, docente presso il Dipartimento Energia “Galileo Ferraris” del Politecnico di Torino, che ha posto l’obiettivo d’investire nelle “smart energy grid” per integrare le diverse fonti e favorire la nascita di comunità energetiche locali sulla falsariga di quanto già si osserva in Germania.
E ancora, rappresentanti istituzionali come Roberto Ronco, Direttore per la tutela dell’Ambiente della Regione Piemonte, che ha delineato la normativa internazionale che regola la riconversione alle rinnovabili, poi Giuseppe Dasti, coordinatore del Desk energy di Mediocredito Italiano, che ha evidenziato l’impegno del Gruppo Intesa Sanpaolo a sostegno della green economy con 2 miliardi di euro stanziati nel 2018 per finalità ambientali.
E ancora Nicola Massaro, responsabile per l’area tecnologia e qualità dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), che ha proposto fra l’altro di stabilizzare i bonus fiscali riportando la detrazione in cinque anni (anziché 10, come avviene attualmente), ripristinare la detrazione Irpef al 50% dell’IVA sull’acquisto di abitazioni in classe energetica elevata e favorire l’eliminazione dell’amianto nel caso di intervento contestuale per l’isolamento termico e l’installazione di impianti solari.
A seguire una tavola rotonda sulle buone pratiche locali che guardano verso l’efficienza insieme a Giuseppe Zanca (direttore Egea), Paolo Merlo (amministratore delegato Merlo), Mario Montù (direttore generale Miroglio), Pierpaolo Stra (vicepresidente Banca d’Alba), Massimo Marengo (amministratore Delegato Albasolar), Angelo Robotto (direttore Arpa Piemonte), Sergio Sordo (presidente Ordine degli Ingegneri della provincia di Cuneo).
Infine le conclusioni di Massimo Beccarello, responsabile Energia Confindustria nazionale, che ha rilanciato di fronte alla platea le opportunità dell’efficientamento che rappresenta un fattore di competitività per le imprese e comporta una domanda d’investimento da 200 miliardi nei prossimi dieci anni.
c.s.