Il Candidato Sindaco M5S Giorgio Degiorgis risponde alle questioni sollevate con una lettera aperta da un Comitato Spontaneo del quartiere San Cassiano circa i problemi legati all’apertura estiva di un locale notturno sia in termini di quiete che di ordine pubblico su una zona piuttosto vasta di un quartiere sostanzialmente residenziale.
“Da più di un decennio nelle grandi città si discute su come trovare un punto di equilibrio tra gli interessi delle parti in causa, non solo in Italia ma in Europa e nel mondo, sinora con risultati piuttosto modesti. La normativa italiana e’ piuttosto arzigogolata e non di rado sentenze dei Tribunali e della Cassazione danno risposte piuttosto contrastanti.
L’art. 32 della Costituzione recita: Nessun cittadino può essere privato di una condizione indispensabile per conservare la salute, il diritto alla quiete, fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità. Risulta quindi chiaro che gli interessi dell’esercente di un locale, anche regolarmente autorizzato, siano in secondo ordine rispetto a quelli della Comunità. Inoltre risulta rilevante che in una zona dove la quiete pubblica e’ meno tutelata che in altri posti, il valore immobiliare sia di vendita che di affitto possa essere fortemente deprezzato.
Da alcune sentenze risulta che in caso di situazione insostenibile pare che i residenti possano chiamare in correo il Comune per mancata vigilanza sull’applicazione della legislazione vigente, creando uno sbilanciamento dato che i benefici economici vanno all’esercente mentre gli oneri di prevenzione e controllo sono a carico degli enti pubblici.
Sul fronte del rumore emesso devono essere rispettati i parametri di legge. L’Arpa Piemonte e’ disponibile ad aiutare i comuni nella rilevazione dei decibel rilevabili a varie distanze dall’esercizio commerciale e in molti casi i gestori hanno investito in barriere fono-assorbenti.
Sul fronte dell’ordine pubblico la questione e’ più complessa, dato i fenomeni di schiamazzi, atti vandalici e danneggiamento di arredi urbani possono provocare effetti economicamente rilevanti anche a distanze significative dai locali della movida. Gli esempi più noti in Europa di città che stanno ottenendo risultati positivi sono Amsterdam e Praga, dove si sono preferite le azioni preventive prima di arrivare a interventi repressivi dove non altrimenti possibile. La logica e’ quella che in primo luogo occorre intensificare i controlli con scopi dissuasivi, migliorare l’illuminazione e i sistemi di videosorveglianza in zone di assembramento, ridurre i raggruppamenti molesti e prevenire gli atti vandalici. Con le associazioni dei commercianti si possono anche pianificare programmi di sensibilizzazione nelle scuole secondarie e superiori.
Ma in caso la situazione non migliori in modo significativo rimangono solo tre possibilità di azione: sanzioni pecuniarie crescenti a fronte di violazioni singole o ripetute nel tempo per le persone che infrangono le regole della civile convivenza; riduzione graduale degli orari limite per la vendita di alcolici nei locali pubblici; limitazione progressiva dei tempi di apertura di esercizi commerciali nelle zone critiche.
Sicuramente la nuova Amministrazione, di qualunque colore, dovrà mettere mano in tempi brevi ad una questione rilevante che si trascina da troppo tempo”.
c.s.