Gancia (Lega): “La mia rivoluzione, portare a Bruxelles il buon senso di chi lotta dietro i banconi dei negozi”

Intervento presso la Confcommercio della candidata alle Europee per il Carroccio

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Il piccolo negozio, la bottega, deve tornare a essere ascensore sociale come negli anni del boom economico, e stare dietro al proprio bancone non deve più essere un fronte assediato. Però, se fino ai primi anni Novanta erano i Parlamenti nazionali ad avere la totale responsabilità degli andamenti positivi o negativi del settore, adesso è a Strasburgo che si giocano i tempi decisivi della partita“.

Lo ha ribadito Gianna Gancia, candidata per la Lega al Parlamento europeo nella circoscrizione del Nord Ovest, intervenendo a Milano a un dibattito promosso da Confcommercio imprese per l’Italia.

I risultati della cattiva gestione dell’ingresso dell’Italia nell’Euro, alla fine degli anni Novanta da parte dei Governi di centrosinistra, “sono sotto gli occhi di tutti: serrande abbassate anche nei punti di maggior passaggio turistico, con situazioni drammatiche nelle periferie.

In questo scenario, come ho detto più volte nel corso di questa campagna elettorale che mi sta portando ad attraversare l’intero Nord Ovest, lo Stato italiano soprattutto, ma anche la Regione, pur con tutta la buona volontà sono obbligati e limitati a politiche per giocare in difesa o per attenuare gli effetti negativi del rigore economico finanziario calato dall’alto da Bruxelles“.

Per questo motivo, candidarsi al Parlamento europeo diventa ora più importante e strategico di una candidatura al Parlamento italiano.

Dall’Europa solamente possono venire quelle direttive utili a consentire, anzi a indicare chiaramente agli Stati e alle Regioni le scelte di politica economica da compiere per tornare a fare crescere la bottega e a renderla protagonista dell’economia locale e di una ripresa dal basso.

Altrimenti si rischia di fare la fine di tutti i tentativi fin qui adottati, in particolare dai ministri della Lega, per favorire la pace fiscale e la chiusura delle pendenze con il fisco e gli enti esattoriali: che Bruxelles alla fine boccia e riscrive tutto, vanificando l’efficacia dei programmi di governo scelti dagli elettori italiani nel 2018.

Per evitare che questo si ripeta, è fondamentale scegliere da chi farsi rappresentare là dove oramai si decide la politica economica dell’Italia, là dove i sì devono prendere il posto dei troppi no detti finora all’Italia.

In Europa quindi per dire sì alla pace fiscale per tutte le imprese che non riescono a pagare causa crisi, sì alla flat tax per tutti – imprese lavoratori e pensionati – per fare ripartire i consumi e gli acquisti sotto casa, sì a una tassazione universale sui colossi del web, nuova frontiera della concorrenza sleale contro le attività di vicinato, da destinare a interventi per i negozi della tradizione e per i centri commerciali naturali“, prosegue Gancia.

Servono direttive che rendano automatiche e universali misure di agevolazione come la cedolare secca sugli affitti commerciali e l’abbassamento dell’IRPEF statale e regionale su chi affitta a canoni calmierati locali commerciali: “una proposta che io misi in un mio ordine del giorno che presentai al Consiglio regionale del Piemonte come capogruppo di minoranza“.

Poi vi è tutto il capitolo della semplificazione: “spesso si fanno direttive europee e leggi nazionali che poi vengono interpretate e di fatto riscritte da uffici e burocrati non eletti da nessuno, pensiamo alle circolari dell’agenzia delle entrate, il che scoraggia e complica fin dall’inizio l’applicazione delle eventuali agevolazioni“.

Inoltre occorre una garanzia di livello continentale “per tutte le piccole imprese, per consentire alle stesse di accedere alle possibilità offerte dai bandi europei, in pratica i soldi versati in eccedenza dai contribuenti italiani alla UE, mentre finora la politica bancaria di Bruxelles vorrebbe prendere di mira il risparmio delle famiglie italiane, quindi il salvadanaio delle nostre piccole imprese, per aiutare gli avversari dell’Italia in Europa“.

Infine la sicurezza: “quella di uno Stato amico fiscalmente e alleato nella legittima difesa del commerciante contro le aggressioni della criminalità e contro la concorrenza sleale di chi in Italia apre attività facendo venire merci da zone extra UE e trasferendo poi incassi e liquidità al di fuori dei nostri confini. Se non si interviene, anche qui a livello europeo, con una raccomandazione chiara, continueremo ad assistere alla colonizzazione strisciante dei nostri centri cittadini e alla fuga dei nostri figli“.

Portare in Parlamento europeo, e dietro i banchi di Strasburgo e Bruxelles, il buon senso di chi sta dietro il bancone: questo è l’obiettivo da raggiungere con il voto del 26 maggio“, ha concluso l’eurocandidata Gianna Gancia.

c.s.