Sparatoria nei giardini pubblici di Asti: i carabinieri “smontano” la storia e trovano i responsabili

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Era la sera del 28 marzo 2019 quando un ragazzo di 16 anni si era presentato al pronto soccorso dell’ospedale “Cardinal Massaia” di Asti con una ferita da arma da fuoco di piccolo calibro all’altezza del ginocchio. Il giovane aveva dichiarato ai Carabinieri che era stato ferito mentre era seduto su di una panchina presso i giardini pubblici del Parco della Resistenza, a pochi passi da Piazza Alfieri. I gravi fatti denunciati avevano concentrato le attenzioni investigative dei Carabinieri della Provincia di Asti, al comando del Ten.Col. Pierantonio Breda.

Il sopralluogo, effettuato dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Asti, diretti dal Ten. Roberto Iandiorio, non aveva dato conferme alla versione del minore poiché nel luogo del presunto evento non era stata rinvenuta nessuna traccia né di sangue né tantomeno bossoli od ogive; nemmeno la visione e l’analisi delle telecamere cittadine aveva dato conferma alla versione della vittima. Le due persone che avevano accompagnato il minore all’ospedale, un amico e la madre di quest’ultimo, avevano confermato la stessa inverosimile versione e da qui erano partite le indagini.

Circa due mesi di attività tecniche e tradizionali per accertare che il fatto non si era consumato in nessun giardino pubblico, nessuno in città aveva sparato contro un ragazzo seduto su di una panchina, non c’era stata nessuna sparatoria, nessun proiettile vagante, tutto – per come è stato ricostruito nelle indagini – si era consumato in un alloggio del quartiere Praia di Asti, un “incidente” domestico.

Le attività investigative hanno cercato di chiarire la successione degli eventi, in particolare la giovane vittima, quella sera di fine marzo, si trovava a casa dell’amico ed aveva rinvenuto all’interno di un cassetto di un comodino una pistola di piccolo calibro e, maneggiandola maldestramente, si era provocata autonomamente la ferita a causa di uno sparo accidentale.

La Procura della Repubblica di Asti che ha coordinato le indagini, nella persona del Procuratore della Repubblica Dr. Alberto Perduca e del Sostituto Procuratore Dr. Gabriele Fiz, a seguito delle risultanze investigative fin lì acquisite, aveva delegato una perquisizione domiciliare al fine di rinvenire la pistola. Entrando nell’alloggio, i Carabinieri non avevano rinvenuto l’arma bensì oltre 1 kg e mezzo di marijuana, arrestando l’amico minorenne della vittima. Pochi giorni dopo, il padre dello stesso minore, anche’egli ritenuto responsabile dell’acquisto e della detenzione della sostanza stupefacente veniva arrestato in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Asti.

Le indagini, ormai in fase di conclusione, hanno portato alla denuncia dell’intera famiglia astigiana – padre, madre e figlio – poiché a carico dei tre sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza circa il porto illegale di arma comune da sparo. L’attività investigativa – che per la parte relativa al ferimento del ragazzo e per l’arresto del suo giovane amico – è ora diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni nella persona del Procuratore della Repubblica Dott.ssa Annamaria Baldelli e del Sost. Procuratore Dott.ssa Marta Lombardi – ha soprattutto “smontato” la fantasiosa storia del ferimento di un minore all’interno di un giardino pubblico della città.

c.s.