Le “operazioni” di manomissione delle videoslot venivano effettuate di notte.
Lontano da occhi indiscreti, il gestore degli apparecchi smontava le schede
all’interno e ne inseriva altre illegali e non collegate alla rete dei Monopoli, con il solo
fine di evadere completamente le tasse.
La frode è stata scoperta, nei giorni scorsi, dalla Guardia di Finanza di Torino ed ha
portato alla denuncia di un amministratore di una società torinese, proprietaria di
centinaia di slot dislocate un po’ in tutto il nord Italia ed al sequestrato di una ventina
di apparecchi abusivi.
I Finanzieri del Gruppo Torino, che hanno condotto le indagini, coordinati dalla locale
Procura della Repubblica, hanno perquisito la sede della società, ubicata nei pressi
di corso Palermo nel capoluogo piemontese. Oltre alla documentazione fiscale, ora
al vaglio degli inquirenti, sono state anche sequestrate 150 schede telematiche, di
dubbia provenienza, pronte per essere inserite all’interno degli apparecchi
sprovviste delle autorizzazioni dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Secondo gli accertamenti, queste ultime, se utilizzate, avrebbero penalizzato,
pesantemente, i giocatori durante la puntata: la percentuale di vincita, infatti, era
stata manomessa in ribasso, così da ridurre, drasticamente, le possibilità di vittoria
mentre il gestore conseguiva il profitto totalmente in “nero”. Gli apparecchi illegali
sequestrati, collocati in esercizi commerciali del Piemonte, a Torino e nel canavese
in particolare, nonché nel milanese, in gran parte, non erano stati collegati alla rete
dei Monopoli di Stato, in modo da consentire al gestore di eludere tutte le imposte
dovute.
Nel corso delle perquisizioni, i Finanzieri hanno anche rinvenuto, all’interno di una
cassaforte, nascosta in un angusto sottoscala, somme di denaro contante per oltre
150.000 euro la cui provenienza è ora oggetto di indagine.
L’amministratore della società, un cinquantenne di origini cinesi, già noto agli
inquirenti per fatti analoghi, è stato denunciato per frode informatica e contraffazione,
visto che la maggior parte delle videoslot illegali riproducevano giochi protetti da
diritto da autore.
La tutela delle risorse dello Stato e la sicurezza dei cittadini sono compiti prioritari
per la Guardia di Finanza che ricorda come il gioco illegale, privo delle garanzie
previste dalla legge, oltre a sottrarre risorse allo Stato, si può tradurre, di fatto, in una
vera e propria truffa ai danni dei giocatori, poiché riduce all’inverosimile la possibilità
di vincita.
c.s.