70 milioni di euro per Unioni montane e Comuni, 65 per i Gruppi di azione locale, 45 per l’Agenda digitale regionale, 60 per l’indennità compensativa, l’aiuto annuale che serve per compensare gli agricoltori dei costi aggiuntivi e della perdita di reddito causati dagli svantaggi materiali che ostacolano la produzione agricola in montagna.
Cifre importanti comprese nel Piano di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Piemonte. Misure, bandi, dotazioni finanziarie, tempi di azione e strategia sono stati presentati ad Amministratori locali, Sindaci, progettisti, funzionari di Enti in un seminario promosso da Uncem a Torino, nella mattinata di venerdì 4 marzo. Il Psr (1 miliardo e 100 milioni di euro di finanziamenti totali) non è solo agricoltura: montagna e foreste hanno una parte importante nel Piano varato lo scorso settembre. Alle numerose operazioni destinate alle imprese agricole, si uniscono molte misure per gli Enti, in particolare per le Unioni montane di Comuni.
“Lo sviluppo locale non può prescindere da Amministratori capaci, in grado di avere una strategia territoriale di area, che poi si deve tradurre in una programmazione comune su cui calare i vari progetti – ha affermato il dirigente del settore regionale Sviluppo Montagna, Franco Ferraresi – Non ha nessun senso finanziare singoli progetti spot che non siano progetti pilota. E anche le misure del Psr per gli Enti cercheremo di fare in modo che siano attivate secondo questa modalità.
La Regione Piemonte ha insediato proprio il 2 marzo il tavolo tecnico regionale di condivisione delle politiche di sviluppo della montagna, istituito con delibera di Giunta a fine dicembre scorso”. Al tavolo coordinato da Ferraresi, che è anche responsabile della Cooperazione transfrontaliera, sono presenti oltre ai vari settori regionali impegnati nelle istruttorie per i progetti, i rappresentanti della Città metropolitana di Torino, delle Province, l’Uncem, l’Assoleader, le Unioni montane di Comuni. “Uncem conferma il massimo impegno a fianco delle Unioni nel definire i piani di sviluppo, snelli e concreti – ha proseguito il presidente Uncem Lido Riba aprendo l’incontro – Dobbiamo agire sulla filiera bosco-legno, sulla frammentazione fondiaria, creando associazioni di proprietari, sulle infrastrutture, sui borghi alpini, patrimonio unico delle nostre Terre Alte. Le Unioni montane devono pianifcare con Gal e Bim il futuro del territorio, devono agire anche sul Fesr e sui programmi europei come Spazio Alpino, Alcotra, Central Europe, Interreg Italia-Svizzera. Nella competitività ormai sovraregionale, dobbiamo aumentare le capacità e le conoscenze per drenare risorse sul territorio montana. È questa la sfida immediata per Sindaci e Amministratori di Comuni e Unioni”.
Dal Psr arriveranno in montagna anche 65 milioni di euro per i piani di sviluppo dei Gruppi di Azione locale. Sempre dal Psr, 45 milioni andranno l’azzeramento del digital divide delle aree marginali, cui se ne sommano altrettanti del Por Fesr e altri 190 milioni dal Piano nazionale Agenda digitale: in totale 283 milioni per infrastrutture e servizi nelle “aree bianche”, interne e montane, “a fallimento di mercato”.
Delle misure per i Comuni e le Unioni montane, una è già aperta e gli Enti sono al lavoro per costruire i dossier progettuali. Si tratta dell’operazione 7.5.1, dotata di 12 milioni di euro dei quali potranno beneficiare come ha illustrato il funzionario Paolo Calligaris, responsabile della sentieristica regionale, Unioni, Comuni e Parchi, per la valorizzazione di infrastrutture ricettive turistico ricreative e informative poste sulla rete sentieristica e per la fruizione outdoor del territorio montano.
Le altre misure – illustrate da Marco Godino, Marco Corgnati, Luisella Mele, Enrico Raina – riguardano la filiera forestale, la pianificazione degli interventi per il miglioramento degli alpeggi, la rete stradale a il servizio delle attività pastorali e forestali. In particolare per quanto riguarda tutte le attività di intervento sugli alpeggi a giugno aprirà la misura 7.1.1 che obbliga i Comuni ad una pianificazione associata sovracomunale al cui interno dovranno essere previsti gli investimenti sostenuti nell’ambito della misura 7 che saranno sovvenzionabili “se gli interventi a cui si riferiscono vengono realizzati sulla base di piani di sviluppo dei comuni situati nelle zone rurali e dei servizi comunali di base”. Le Unioni montane di Comuni potranno realizzare i loro “piani di sviluppo” grazie alla misura dotata di 1,18 milioni di euro.
Ancora da definire – grazie a una modifica del Psr possibile probabilmente a giugno – la misura per la “rivitalizzazione dei villaggi”, i borghi alpini, sulla quale negli ultimi mes Uncem ha lavorato molto con i funzionari regionalii. Dovrebbe essere dotata di 15 milioni di euro. Erediterà alcuni elementi della 322, misura che nello scorso Psr aveva permesso a 33 Comuni montani piemontesi di riqualificare altrettante borgate montane grazie a una dotazione di 40 milioni di euro.
Di particolare rilievo le misure forestali presentate venerdì in Uncem da Marco Corgnati, funzionario del settore regionale. Fondamentale l’impegno dei Comuni a fianco delle aziende forestali. Le opportunità del Psr si concentrano sulla misura 16 del Psr con interventi finanziati che vanno dal sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, processi e etcnologie, alla cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse e per lo sviluppo e la commercializzazione del turismo rurale, ma anche al sostegno alla cooperazione di filiera per l’approvvigionamento sostenibile di biomasse per la produzione di energia al sostegno di strategie di sviluppo locale, fino alla stesura di piani di gestione forestale o di strumenti equivalenti.
Dalla misura 8, il sostegno alla prevenzione e al ripristino dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastofici, aiuti agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali, il sostegno agli investimenti in tecnologie silvicole e nella trasformazione, mobilitazione e commercializzazione dei prodotti delle foreste. Bandi aperti da metà 2016.