Si è formato, nelle scorse settimane, il nuovo Consiglio Provinciale della Federazione Italiana della Caccia, la principale associazione venatoria nel panorama italiano e cuneese, che al momento raggruppa circa 3.000 associati, pari al 60% dei seguaci di Diana della Granda.
Il nuovo Consiglio, scaturito dalle elezioni del 6 aprile scorso ha poi provveduto, nel corso della prima riunione, a distribuire le cariche al proprio interno. Esso risulta così composto: presidente Salomone Livio; vice presidente vicario Olocco Giacomino; vice presidente Negro Emiliano; segretario Forno Marco; consiglieri Bima Andrea, Russo Prospero, Vinai Wilma, Rolando Claudio, Costa Gianni, Bianco Matteo, Negro Emiliano, Massimino Pier Luca, Ferrero Gian Matteo, Ghisolfi Daniele, Gioda Giacomo.
Molte e importanti sono le sfide che attendono il nuovo Consiglio provinciale e, per affrontarle al meglio, si sono da subito formate delle commissioni di lavoro su temi specifici, formate sia da consiglieri che da persone esterne, al fine di ridare nuovo slancio ad attività, quali ad esempio le gare cinofile, di vitale importanza nella vita associativa ma che, negli ultimi anni, per vari motivi avevano perso un po’ di vigore.
Altro fronte su cui ci si è messi subito al lavoro è la governance degli Ambiti Territoriali di Caccia e dei Comprensori Alpini, tema assai delicato, non di rado foriero di difficoltà che occorrerà sempre più non solo sanare, ma prevenire in futuro. Anche a livello regionale Federcaccia, col nuovo presidente Giorgio Rondano, sarà chiamata ad importanti sfide, di capitale importanza per il futuro della caccia piemontese.
In primis, si dovrà ricucire il rapporto con l’assessorato Caccia della Regione, che anch’esso ha visto un cambio ai vertici, dopo l’ultima legislatura in cui si sono registrate restrizioni normative senza precedenti e senza eguali nel resto d’Italia.
c.s.