Sabato 20 luglio, verso mezzogiorno, in località Brugna di Pontecurone (AL), un gruppo di tre persone della stessa famiglia, di origini sinti, si trovava fuori dalla propria abitazione a dialogare e a sorvegliare due bambine che giocavano davanti al giardino di casa.
Improvvisamente le persone notavano sopraggiungere a forte velocità, in retromarcia, un furgone di colore chiaro. L’autista del mezzo, impedito nella prosecuzione della marcia dall’auto della famiglia, parcheggiata proprio in prossimità della porta d’ingresso, arrestava la corsa e, sceso dal veicolo, dopo avere rivolto brevi frasi – tra le quali anche affermazioni in ordine alla propria asserita appartenenza alla ‘ndrangheta – con minacce di morte all’indirizzo di uno dei tre uomini presenti, esplodeva nei suoi confronti due colpi d’arma da fuoco con quello che sarebbe risultato un revolver, dandosi poi alla fuga. Solo per un caso i colpi non attingevano l’uomo che, fortunosamente riusciva a ripararsi dietro la propria vettura e a dare l’allarme ai Carabinieri.
A seguito delle serrate indagini immediatamente avviate, in poche ore i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia CC di Tortona rintracciavano, all’interno di una proprietà recintata in frazione Oriolo del contermine comune di Voghera (PV), un furgone ritenuto essere quello utilizzato dall’autore degli spari.
Veniva quindi predisposto un servizio di osservazione, che si concludeva qualche ora più tardi quando i Carabinieri notavano una donna che, dopo aver scavalcato la recinzione dell’area, si avvicinava al mezzo senza un apparente motivazione.
I militari a quel punto intervenivano bloccando la donna ed eseguendo una perquisizione all’interno dell’autocarro, che consentiva di rinvenire, nascosto sotto il sedile dell’autista, un revolver di fabbricazione inglese, Marca Enfield, calibro 38, con all’interno del tamburo tre proiettili integri ed i bossoli di altrettanti proiettili esplosi.
I conseguenti approfondimenti investigativi man mano condotti consentivano di appurare che l’abitazione ed il furgone erano entrambi riconducibili a tale Scorza Mario, 52enne originario della provincia di Cosenza e residente a Voghera, già condannato per reati in materia di stupefacenti e contro il patrimonio, più volte arrestato per furto ed estorsione, il quale però risultava al momento irreperibile.
Sul posto si recava anche il Sost. Proc. della Repubblica di Alessandria, dr.ssa Lisa IOVANE, che coordinava personalmente le indagini.
A fronte dell’estrema gravità dell’accaduto, che aveva messo a rischio la vita di più persone, tra le quali quella di due bambine che fino a qualche secondo prima degli spari stavano giocando proprio nel luogo teatro dell’evento, considerata l’estrema pericolosità dell’autore del reato che non aveva avuto alcuna esitazione a sparare nonostante tali presenze e, quindi, la necessità di assicurarlo, al più presto, alla giustizia, veniva costituita una apposita “task force” che si poneva alla ricerca del fuggitivo. Venivano così in breve tempo ricostruiti e analizzati i trascorsi dell’uomo, anche per individuare chi potesse dargli supporto e ospitalità, con la contestuale esecuzione ininterrotta di servizi di pedinamento e osservazione nei confronti di potenziali fiancheggiatori. Nel contempo, venivano predisposti opportuni servizi a tutela della vittima del tentato omicidio e dei suoi familiari, che avevano espresso forti timori per la propria incolumità.
La svolta arrivava dopo un lungo servizio di pedinamento eseguito nei confronti di un gruppo di persone che poteva avere collegamenti con il ricercato, eseguito in virtù di pregressi episodi giudiziari trattati proprio dal Nucleo Operativo della Compagnia di Tortona, nella fattispecie il furto e il conseguente riciclaggio di un escavatore poi rinvenuto in Viguzzolo (AL). Infatti, intorno alle 11.00 di domenica 21 luglio, veniva intercettato un veicolo sospetto, condotto da un giovane residente nell’Alta Val Curone ritenuto in qualche modo collegato al fuggitivo, che poco prima, dopo essersi fermato in un bar del comune di Monleale (AL), ne era uscito portando con sé in auto un caffè e delle brioches. Il comportamento del giovane lasciava quindi presagire che quanto acquistato nel bar potesse essere destinato al ricercato. Infatti, dopo avere pedinato il veicolo per circa 10 km, i Carabinieri notavano che l’auto, lasciata la provinciale, si dirigeva verso l’alta collina, fino a quando, dopo aver percorso un tratto di strada non asfaltato, raggiungeva un gruppo di case della Frazione Zebedassi di Montemarzino, dove risultavano risiedere soltanto ventitré persone, prevalentemente anziane.
I Carabinieri, dopo aver pedinato l’uomo sino davanti ad una casa isolata e disabitata, in fase di ristrutturazione, decidevano di bloccarlo prima che questi potesse avvicinarsi all’ingresso. Nel contempo altri militari facevano irruzione nel caseggiato sorprendendo al suo interno il ricercato, Scorza Mario. L’uomo, che non opponeva resistenza, immediatamente perquisito, veniva trovato in possesso di una dose di cocaina ed un coltello a serramanico custodito all’interno di uno zaino. Evidentemente sorpreso di essere stato rintracciato, veniva subito accompagnato in caserma ove veniva dichiarato in stato di fermo per tentato omicidio e, al termine della redazione degli atti, tradotto presso la Casa Circondariale di Alessandria.
La Procura della Repubblica di Alessandria richiedeva quindi la convalida del fermo e l’emissione, nei confronti dello Scorza di ordinanza di custodia cautelare in carcere. A sua volta, il G.I.P. del Tribunale di Alessandria, alla luce dei molteplici, univoci e concordanti indizi raccolti dai militari operanti a carico dell’interessato interessato, nella giornata del 25 luglio convalidava il fermo, emettendo nei confronti del citato Scorza la misura cautelare richiesta dal P.M.. Le indagini proseguono al fine di ricostruire i rapporti tra i diversi soggetti coinvolti nella vicenda e di fare completa luce anche sul movente del delitto.