Anche una delegazione cheraschese alla commemorazione dei caduti di Cerequio

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«Venire qui, leggere questi nomi, ricordare il loro sacrificio è un dovere. Non dobbiamo dimenticare questi ragazzi che hanno sacrificato la loro vita per la nostra libertà. Erano giovani, avevano lasciato casa e famiglia per combattere un valore fondamentale e sono stati barbaramente uccisi. Questa lapide, il ricordo che portiamo di queste vittime siano da monito affinché barbarie di questo genere non debbano più succedere».

Il sindaco di Cherasco Claudio Davico ha guidato la delegazione cheraschese che ha voluto commemorare, anche quest’anno, l’eccidio che si è compiuto il 29 agosto 1944 in Borgata Cerequio di La Morra dove oggi c’è una lapide. Sopra ci sono scritti 28 nomi. Tredici di questi erano cheraschesi. Sono morti sotto i colpi dei tedeschi.

Alla commemorazione erano presenti anche le delegazioni di bersaglieri e alpini, cittadini, amministratori e il sindaco di La Morra, Marialuisa Ascheri che ha ricordato che in diversi momenti dell’anno vengono ricordati i partigiani uccisi a Cerequio.

Commovente il ricordo dell’alpino Costanzo Bosco: «Avevo 15 anni e ho messo quei poveri resti nelle casse. Non ricordo cosa ho mangiato ieri ma non dimentico quel triste giorno, un massacro, una scena indescrivibile».

La cerimonia è terminata con la preghiera guidata dai parroci di Cherasco, don Angelo Conterno e  di La Morra, don Massimo Scotto.

c.s.