E’ stata una mattinata speciale per oltre 3000 studenti delle medie e delle superiori della Granda, che hanno potuto incontrare Paolo Nespoli, l’astronauta italiano con il record di permanenza nello spazio, 313 giorni complessivi. Lo hanno ascoltato, gli hanno posto delle domande e hanno dialogato con lui grazie all’iniziativa “Un giorno da astronauta” organizzata al Pala UBI Banca di Cuneo dalla Fondazione CRC nell’ambito degli eventi per celebrare il 50° anniversario del primo allunaggio.
“La vostra partecipazione e il vostro entusiasmo è un grande successo per noi”, ha detto il presidente Giandomenico Genta rivolto ai ragazzi. Il sindaco di Cuneo e presidente della Provincia Federico Borgna li ha invitati a continuare a sognare (“Con la fiducia e la capacità di sognare si può anche arrivare sulla luna”) e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha aggiunto: “Non permettete a noi grandi di fare le scelte al posto vostro. Il futuro appartiene a voi, l’incontro con questo Nespoli è un’occasione per conoscere un figo vero!”.
La mattinata è proseguita con la proiezione di “Expedition”, il docufilm curato dalla regista Alessandra Bonavina (presente al Pala UBI Banca) che racconta la fase di preparazione alla missione. Poi, finalmente, ha preso la parola l’astronauta: “Mi emoziona essere davanti a tanti ragazzi. Mi è già capitato, ma abituato a stare nello spazio da solo fa sempre un certo effetto”. Nespoli ha spiegato come si vive nello spazio: “Quando arrivi su, non sei più un terrestre: diventi un extraterrestre e ti devi abituare, imparando a vivere con quella situazione strana che è l’assenza di forza di gravità. E’ un momento di scoperta ma anche di frustrazione, perché vola via tutto, non riesci a funzionare”.
Quindi le domande dei ragazzi, numerosissime. “Com’è la vita quotidiana nello spazio? E’ tutto lì, in pochi metri, e fai tutto da solo. Dopo tanto tempo passato nello spazio, quando rimetti piede sulla terra la sensazione è particolare: da un lato ti manca qualcosa, perché sei di nuovo pesante, ma torni a fare cose da terrestre, come sentire odori e sapori e parlare con le persone”. A un ragazzo che gli ha chiesto perché ha deciso di fare l’astronauta, ha spiegato che era la sua passione fin da piccolo: “Vedevo i primi uomini andare sulla Luna e pensavo che volevo fare quello. Sembrava un sogno impossibile, ma ce l’ho fatta”. Infine, anche un riferimento alle problematiche ambientali: “Cosa si può fare dallo spazio? Si può guardare la Terra meglio, rendendoci conto di cosa sta accadendo, ma è bene che cominciamo a pensare da qui a tutelare l’ambiente in cui viviamo, stando attenti a come usiamo le risorse e ai cambiamenti climatici”.