È stato il bomber dell’intera Serie D nazionale, diventando protagonista di interviste prestigiose negli ultimi dieci giorni. Carlo Emanuele Ferrario si racconta ai microfoni di Ideawebtv.it parlando della sua stagione “storica” a Bra e del prossimo futuro nell’intervista a cura di Carlo Cerutti.
32 reti in campionato, senza nemmeno disputare tutte le partite. Carlo, ti sei sentito un po’ il Jamie Vardy della Serie D? Come ti spieghi questo exploit a livello di reti realizzate?
“A dire il vero, mi sono sentito me stesso, anche perché non mi va di paragonarmi a giocatori che militano in campionati così prestigiosi (ride, ndr). Sono contento di quello che ho fatto quest’anno perché comunque 32 gol sono veramente tanti per un torneo complesso come la Serie D. Che cosa mi ha aiutato? Ci sono molte ragioni, ma sicuramente la mia crescita a livello mentale e caratteriale negli anni ha inciso. Credo non si possa spiegare diversamente. Nell’ultimo periodo mi ero convinto che sicuramente le prestazioni fossero importanti ma che per un attaccante servissero anche tanti gol, che contasse buttarla dentro. Ci sono riuscito, grazie alla mia forza di volontà ma anche grazie alla squadra ed al mister, che ringrazio e che mi hanno dato tanto”.
La tua stagione da “top player” non è però coincisa con un’annata eccellente del Bra. Avresti scambiato una decina di gol con un piazzamento tra le prime cinque della tua squadra?
“Sicuramente sì. Ad inizio stagione, pur non avendo obiettivi precisi, tutti, io compreso, vedendo la rosa costruita, si aspettavano un piazzamento di livello, magari in zona playoff…
Ecco appunto, secondo te quali sono state le cause di una stagione così travagliata (chiusa al dodicesimo posto, ndr)?
“Se si fosse conosciuta la causa, la si sarebbe risolta durante la stagione (ride, ndr). I campionati sono lunghi e ci sono dei periodi in cui non sono girate le cose come dovevano, senza trovare alibi. Molte partite in cui avevamo fondamentale bisogno di punti hanno preso una piega negativa, impedendoci di vivere con positività il prosieguo della stagione. Poi, è inevitabile, fare risultati negativi non ti aiuta ad uscire da un periodo difficile. Detto questo, siamo comunque rimasti sempre a metà classifica, senza correre rischi particolari, ma non abbiamo nemmeno mai dato l’impressione di poter ambire a posizioni di un certo prestigio. Al di là di tutto, però, noi ci abbiamo messo l’anima: il Bra 2015/16 è stata una squadra che ha dato tanto, lottando anche quando alcuni infortuni di peso avevano limitato il tasso di esperienza e di qualità del gruppo”.
Con Gardano, invece, il feeling è stato immediato…
“Con Il mister ho un ottimo rapporto, ci teniamo in contatto. Mi sono guadagnato le cose io, perché nessuno ti regala niente, però è stato certamente merito suo delle mie prestazioni e della mia annata perché mi ha sempre trasmesso positività e tranquillità. Del resto è stato lui il primo a volermi fortemente la scorsa estate e di questo gli sarò sempre grato”.
Ragioni “lavorative” ci impongono,però, di considerare il 2015/16 come stagione ormai appartenente al passato. Dove sarà Ferrario nel 2016/17?
“Questo ancora non lo so, è presto per dare delle risposte. Sicuramente prima di valutare altre cose parlerò con il Bra perché è la mia società e perché con il presidente Germanetti ho un ottimo rapporto. Quando sarà il momento, ci troveremo ed in assoluta tranquillità valuteremo il da farsi”
Quindi, le voci che ti accostano al Varese sono fanta-mercato?
“Assolutamente sì. Non mi è pervenuta questa cosa. Varese è un bellissimo ambiente, che conosco perfettamente avendolo già vissuto a fondo. Detto questo, però, ripeto che la priorità sarà sicuramente del Bra”.
Un’ultima battuta da ex appassionato: il Cuneo riuscirà ad avere la meglio del Mantova nei playout di Lega Pro?
“Non voglio fare pronostici azzardati, ma ammetto di avere sensazioni positive, quindi credo che potrebbero fare bene. Faccio semplicemente i miei auguri ai ragazzi di mister Fraschetti ed a Marco Rosso, con cui ho conservato un ottimo rapporto, e sono certo che venderanno cara la pelle, perché tengono molto alla permanenza in categoria”.
Carlo Cerutti