Riceviamo e pubblichiamo dal Movimento 5 Stelle Piemonte dopo i recenti fatti di cronaca, con i 70 mila litri di vino sequestrati nell’astigiano.
Abbiamo sollevato il problema dei controlli sul vino ad inizio estate 2015, dopo aver appreso che il laboratorio agrochimico di Alessandria sarebbe stato smantellato nei mesi di settembre – ottobre 2015. Aldilà di ogni campanilismo, cambiare il metodo di effettuazione delle analisi ormai consolidato nel tempo all’ultimo minuto è stata una scelta azzardata.
Il risultato è stato l’affidamento delle analisi sul vino per la campagna 2015 a vendemmia in corso all’agenzia delle Dogane. Questo ha sicuramente messo in difficoltà il sistema dei controlli in un’annata molto particolare. I mosti molto asciutti della passata stagione sono un alibi di ferro per chi vuole frodare sostituendoli con prodotti stranieri. Infatti quando il peso del prodotto è più basso del normale, il mercato si trova ad avere molto “vino di cartone” cioè possibili produzioni senza mosti di uve doc e docg disponibili.
A questo punto ci chiediamo se gli episodi avvenuti nell’astigiano, dove gli inquirenti hanno riscontrato vino doc realizzato con mosto moldavo, siano fatti isolati o semplicemente i più eclatanti che non potevano non essere notati.
Ma nel frattempo la Regione ha nuovamente cambiato le carte in tavola: le analisi sul vino saranno effettuate da ARPA, tuttavia nella proposta di legge di modifica delle attività dell’agenzia non compare nessuna attività di analisi su alimenti e men che meno sul vino. Va da sé che questa fase di perenne transitorietà, non fa altro che giovare ai soliti furbetti. Non ci resta che continuare a puntare sui piccoli produttori che vinificano ciò che coltivano, che sull’etichetta ci mettono il loro nome e sulla qualità del loro vino ci mettono la faccia.
Paolo Mighetti, Consigliere regionale M5S Piemonte
Mauro Campo, Consigliere regionale M5S Piemonte