Una notizia drammatica per 450 lavoratori arriva da Torino dove, all’Amma di Via Vela, si è tenuto l’incontro fra le sigle sindacali ed i rappresentanti della Mahle, l’azienda leader specializzata nella produzione di componentistica per automobili, che ha ufficialmente deciso di chiudere gli stabilimenti di Saluzzo e di La Loggia.
Davanti alla sede della confindustria torinese, un’ampia rappresentanza dei dipendenti Mahle, che hanno protestato per la scelta dell’azienda e che si preparano ad un presidio di fronte ai rispettivi stabilimenti. A fianco dei lavoratori saluzzesi (sono 220 che, ora, rischiano di rimanere senza impiego), anche il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni, presente come istituzione all’incontro: “L’azienda ha comunicato l’intenzione di chiudere i due stabilimenti. – così il primo cittadino – Sto andando davanti ai cancelli della Mahle, dove ci sarà un’assemblea: ho preso la parola durante il tavolo di confronto, per rimarcare il cambio radicale di posizione. Durante l’ultimo tavolo regionale, in maggio, l’azienda aveva smentito ogni prospettiva di chiusura e rassicurato i lavoratori almeno fino al 2021. Oggi, senza passaggi intermedi, riceviamo la comunicazione dell’intenzione di chiudere, un comportamento estremamente scorretto, che non tiene conto di quello che ci sta dietro, i 450 posti di lavoro, prospettive di vita delle famiglie. Questo non è il modo di approcciarsi a questioni così delicate. Ci sarà ancora un tavolo regionale e faremo di tutto per portare a livello ministeriale la vicenda.
E’ troppo semplicistico – conclude Calderoni – pensare che se i conti non tornano si spostano le produzioni in paesi in cui i conti possano tornare. Così come non si può non governare la transizione fra motore a scoppio a motore elettrico, che lascia morti dappertutto, e che va pensata a livello europeo e poi nazionale, non va lasciata ai piani di sviluppo delle singole aziende“.
Michela Aimar – Edward Pellegrino