I lavori dell’autostrada Asti-Cuneo sarebbero dovuti riprendere entro la scorsa estate. Ad affermarlo fu l’allora ministro dei trasporti Danilo Toninelli, in visita il 18 marzo al tronco monco di Cherasco. Tuttavia, tra mojito, presunte invasioni di migranti e stravolgimenti politici la questione è caduta nell’oblio. Ora alle Infrastrutture siede il neo ministro Paola De Micheli, la quale non ha ancora avanzato una proposta concreta sull’opera in questione.
L’assessore ai Trasporti e alle Infrastrutture della Regione Piemonte Marco Gabusi ha recentemente dichiarato come, nonostante le due possibilità aperte, da Delrio prima e Toninelli dopo, permanga ancora uno stato di incertezza in merito alla data di inizio dei lavori per il completamento dell’Asti-Cuneo, attribuendo la causa di questo ennesimo ritardo alla recente instabilità politica, che ha riposto nel dimenticatoio i problemi regionali.
La soluzione Delrio, avallata in sede europea, prevede un percorso esterno lungo il fiume Tanaro, collegando l’attuale tratto interrotto dell’A33 con la Sp7 nei pressi della diga Enel, realizzato grazie a un meccanismo di cross-financing che permetterebbe di recuperare i fondi necessari. In altre parole si garantirebbe al Gruppo Gavio una mini proroga di 4 anni sulla concessione della Torino-Milano così da impiegare le entrate generate nel completamento dell’autostrada Asti-Cuneo.
La proposta Toninelli, invece, prevede di remunerare le spese dell’Asti-Cuneo con un aumento del subentro sull’A4, la Torino-Milano, controllata dalla stessa società del gruppo Gavio, la Sias. La remunerazione prevista, però, risulta essere troppo alta, ovvero più del doppio delle spese previste per i lavori di completamento dell’Asti-Cuneo, così da apparire a tutti gli effetti come un aiuto di stato, vietato però dalla normativa europea. Non è però da escludere la possibilità di ritoccare la cifra in questione così da trovare l’ok dalla commissione europea.
Al momento si attende un sopralluogo del ministro De Micheli, anche se una visita non è ancora stata calendarizzata. Ammesso che il governo giallo-rosso duri nel tempo, il ministro si troverà davanti una decisione enigmatica: scegliere il progetto Delrio avversato dai Grillini o accettare la proposta di Toninelli, ancora incompleta e non accolta positivamente dalle forze politiche di sinistra?
Ci troviamo davanti a un paradosso politico. Diversamente da quanto accaduto per il TAV, la cui realizzazione è stata a lungo contesa tra le diverse correnti politiche, nel caso dell’Asti-Cuneo la fazione degli oppositori è inesistente. Tutti vogliono questa opera, si tratta solo di decidere quale proposta debba spuntarla, se quella dei Dem o dei 5 stelle. Ma una battaglia di tutti non è che una battaglia di nessuno. Un’opera spoliticizzata come questa non porta consensi ma rischia solo di incrinare degli equilibri incerti. A noi cittadini non resta che attendere, come personaggi beckettiani, inermi e beffati, nella speranza, forse vana, che quello che si attende, forse, arriverà.