I festeggiamenti patronali si sono aperti nella serata di venerdì 8 novembre con il professor Piercarlo Grimaldi già Ordinario di Antropologia culturale
I festeggiamenti patronali si sono aperti nella serata di venerdì 8 novembre con il professor Piercarlo Grimaldi già Ordinario di Antropologia culturale
presso l’Università di Torino e l’Università del Piemonte Orientale e Rettore dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Il teatro della vita. Le feste tradizionali in Piemonte”, “Il calendario rituale contadino. Il tempo della festa e del lavoro fra tradizione e complessità sociale” e “Di tartufi e di masche. Il tartufo bianco di Alba, una storia notturna” una preziosa ricerca di terreno, condotta in parte anche a La Morra.
Le Langhe e, più in generale, le colline del Piemonte meridionale, sono uno dei terreni etnografici cui Grimaldi ha dedicato le sue maggior energie e attenzioni. Nei suoi libri frequenti sono i riferimenti a dati etnografici da lui riscontrati nel territorio. Proprio con riferimento al calendario rituale contadino il professor Grimaldi ha parlato di San Martino, una data canonica, un giorno di marca che regola e governa un momento topico del calendario, quando una stagione agraria si chiude e una nuova si avvia.
È stato proiettato un breve filmato sulla lesà realizzato a Santa Maria nel 1969 e il cortometraggio “Tirare il collo al tacchino: è tornata la neve sulle Langhe” girato e diretto dal Prof. Grimaldi a Santa Maria nel 2009 quando, in occasione di una forte nevicata, si rifece la lesà, discesa con slittini su una pista di ghiaccio che una volta si concludeva con il processo a un tacchino. Immancabilmente l’animale veniva condannato a morte e appeso sulla pista, i giovani facevano poi a gara per staccare il collo all’animale e fare una grande festa detta la festa della Società. Grimaldi ha spiegato come “la pratica di sopprimere tacchini, oche, galli appartenga a sacrifici che rinviano ad un lontano calendario precristiano. Il sangue che bagna la terra ne favorisce, ne genera il risveglio dopo il lungo letargo invernale. Nel contempo l’animale sacrificale diventa il capro espiatorio della comunità intenta a rioccupare gli spazi e i tempi del lavoro e della socialità interdetti dall’inverno che sta per finire. L’animale domestico condannato a morte sussume, nel suo sacrificio, tutti i mali della comunità. Gli accadimenti negativi che hanno scandito il corso dell’anno, la vita collettiva, devono essere superati. Il paese deve operare ritualmente sulla memoria comune per ricominciare un nuovo corso sgombro dagli eventi che rendono difficile la convivenza all’interno del tempo e dello spazio di cui la comunità dispone”.
Sono stati poi mostrati documentari su sacrifici rituali di tacchini nell’astigiano e di galli usati per riti di fertilità in Congo dove il professor Grimaldi condusse una lunga e impegnativa ricerca.
Sabato 9 novembre l’associazione Agorà ha proposto il teatro dialettale: la Compagnia del Nostro Teatro di Sinio ha portato in scena Seuti màt?!, commedia in due atti di Oscar Barile. Il tema di questa commedia è la pazzia, un tema caro al teatro. Chi è il pazzo? Dov’è il confine tra pazzia e sanità mentale, tra finzione e verità? Nulla è come sembra e la Verità assoluta non esiste mai. Tante risate ma anche un po’ di riflessione.
Domenica 10 nella Santa Messa presieduta dal Vescovo di Alba e allietata dalla corale San Martino si sono anche celebrati gli anniversari di matrimonio A seguire un bel momento conviviale: fritto misto per oltre duecento partecipanti.
Lunedì 11 sono stati premiati i contadini (Severino Arlorio, Giuseppe Barberis, Giovanni Battista Borgogno, Battista Borgogno, Antonio Castagno, Giovanni Corino, Marco Curto, Antonio Gazzera, Domenico Oberto, Giuseppe Oberto, Giacomo Saglietti,) e le contadine (Ida Borgogno, Maria Borra, Anna Cacozza, Luciana Chiarla, Adelina Chiesa, Letizia Curto, Maria Ellena, Maria Ferrero, Carolina Sandri, Maria Settime, Letizia Tonello) che hanno lavorato duramente sulle nostre colline, gli insegnanti e gli uomini che hanno dedicato il loro impegno a servizio del paese ( Anna Gallo, Rita Voerzio, Paolo Canale, Benito Mascarello e Antonino Pulvirenti). Ai nati nel 2018 sono stati invece consegnati i diplomi di benvenuto e un libro all’interno del progetto Nati per leggere. Dopo aver liberato due gheppi feriti e curati nell’oasi di Dronero, è stato proiettato il cortometraggio La musica è cambiata girato lo scorso agosto a La Morra per il Mockumentary Piemonte Documenteur Filmfest. Gli autori del falso documentario hanno immaginato che, a causa del cambiamento climatico, in futuro a La Morra cresceranno le banane e il vino DOCG sarà il Banolo. Anche per cercare di far sì che ciò non accada, l’amministrazione e l’associazione Proteggere La Morra si sono impegnate a pulire un’area di proprietà comunale per poter realizzare il bosco di San Martino.
Il video-evento realizzato nella giornata di lunedì 11 novembre a cura di Alice Ferrero Image