La “lettera di Natale” di Fratelli d’Italia Saluzzo: “Fate il presepe e non spegnete le luci”

"Sull’onda del rispetto delle tradizioni altrui sono pronte a negare le nostre, in un tripudio di anti-italianità di cui sono divenuti da tempo gli alfieri". Riceviamo e pubblichiamo.

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Cari amici ed amiche,

il mese di Dicembre porta con sé la meraviglia del rinnovo annuale della magia del Santo Natale. Un periodo che ci ricorda quanto siano ancora centrali e focali i collegamenti alle tradizioni ed alla  cultura che ha reso grande l’Occidente e l’Italia.

È prossimo il SantoNatale e si è già sentito, come negli anni scorsi, vento di polemica. Sterile e puerile,  soprattutto plagiata da un sentimento distorto che vuole tutelare alcuni, danneggiando tutti. 

In tutto lo stivale, le sinistre si battono il petto in onore e gloria di una laicità dello Stato che comprano e svendono a loro piacimento. Sull’onda del rispetto delle tradizioni altrui sono pronte a negare le nostre, in un tripudio di anti-italianità di cui sono divenuti da tempo gli alfieri. 

Si vorrebbero vietare concerti natalizi e celebrazioni pubbliche. Si pretende che in alcune scuole non venga allestito il presepe per non urtare la suscettibilità di ragazzi di altre religioni. Si vorrebbe che i bambini non decorassero le aule, non si cimentassero nelle tradizionali recite. In alcuni casi ci si riesce anche. 

Appare lecito domandarsi se siano davvero gli “ospiti”, in Italia per lavorare e far prosperare le loro famiglie in una situazione migliore, a richiedere il cessat dei festeggiamenti natalizi. Possibile che un momento tanto bello, con un messaggio di pace tanto profondo e solidale possa essere la causa di turbamenti per alcuni?

Non sarà mica, invece, che ad essere infastiditi per davvero siano i dirigenti di partito? Non sarà mica che il luccichio dei festoni, la presenza dei pastori e della Sacra famiglia nel presepio dia più disturbo a taluni insegnanti? 

La verità sta nel loro comodo. Si trincerano dietro la scusa di non mettere a disagio ragazzi e famiglie di altre religioni e pensieri per mascherare la loro scarsa fede cristiana, la loro apatia narcisista nei confronti di tutto ciò che è cultura italiana. Se fossero davvero dei credenti, sarebbero felici e orgogliosi di far conoscere Gesù e il suo messaggio d’ amore per tutti. Se fossero davvero amanti del Bel Paese, non si vergognerebbero nel mostrarne un lato meravigliosamente mistico e culturale. 

In Paesi non cattolici nessuno si sognerebbe di rinunciare al proprio “credo” religioso per rispetto dei cristiani. Anzi, in alcune nazioni i cristiani oggi sono perseguitati fino alla morte, al punto di parlare di nuovo periodo di martirio. Noi invece, secondo questi “pseudo professori cristiani”, dobbiamo non solo accettare gli altri, ma rinunciare alle nostre tradizioni. 

A livello religioso, c’è solo da pregare per queste persone, sperando che Gesù illumini le loro menti. A livello politico, oggi più che mai, occorre dar loro una spallata e allontanarli dal governo dell’Italia. 

Occorre che vi sia una presa di coscienza forte ed univoca, che unisca tutte le forze che si riconoscono e credono nei valori cardini del nostro Paese e della nostra storia. Non solo in tutela degli italiani. 

Nonostante quanto ci viene riferito dai soloni di certa sinistra, veri e propri portatori della verità assoluta ed insindacabile, conservare salda la nostra identità è il primo passo per ottenere un percorso d’integrazione di tutti quegli stranieri presenti nel nostro Paese che sono qui per lavorare e costruire futuro e serenità per i loro figli. 

Pur preservando le loro tradizioni, questi soggetti devono essere introdotti in una realtà chiara e ben definita. Devono entrare in contatto con i nostri usi e costumi, con tutto quanto quello che ci caratterizza e che ci ha permesso di divenire oggi Italia. Solo così, solo addentrandosi nel nostro essere potranno comprenderlo e prenderne il meglio, cominciare a loro volta a sentirsi italiani. 

Se così non sarà, se continueremo a permettere loro di essere estranei in casa d’altri, di mantenere e serbare uno stile di vita parallelo e ben distinto rispetto al nostro, semplicemente alimenteremo il malessere. Coltiveremo un seme del male, nascosto tra le periferie, alimentato da malintenzionati pronti ad impadronirsi delle menti deboli ed in difficoltà per i loro comodi. 

Basti vedere che cosa accade in Francia, in Belgio, in alcune zone dell’Inghilterra. Se è vero che taluna immigrazione è necessaria, è altrettanto vero che va gestita e non abbandonata. 

Soprattutto da un punto di vista etico e sociale. Questo Stato continua a dispensare quantità enormi di fondi alle famiglie straniere, permette loro di essere privilegiate ed avvantaggiate, ma non si è mai sognato di dare loro un’educazione sui nostri usi e costumi e di controllare che fossero compresi ed accettati.

Non serve nascondere il Natale, non serve spegnere le luci, non serve far tacere i canti nelle piazze, le recite nelle scuole. Non serve mettere il presepe in soffitta. NON SERVE A NULLA. Quello che serve è amare la nostra nazione, mostrarla bella ed orgogliosa del suo essere. Essere italiani non è una vergogna, è un onore ed un orgoglio. Non offende nessuno essere italiani, semmai aiuta chi non lo è a sentirsi tale ed ad integrarsi. 

Fatelo il presepe, ve lo chiediamo con tutto il cuore. Lo ha inventato San Franceso, nel 1223. Di certo non un dittatore, né tantomeno uno xenofobo. San Francesco era un principe del dialogo e della pace. Andò nell’Egitto Islamico e dopo essersi confrontato con il sultano Malik al Kamil ebbe il permesso di predicare in quei territori. Lo ottenne mostrandosi in sincerità, senza mai nascondere il suo credo o il suo pensiero. Non scandalizzò nessuno. 

Il presepe nasce dalla volontà del nostro Santo patrono nazionale (non a caso) di mostrare a tutti la nascita di Gesù bambino, perché tutti potessero comprenderne il messaggio rivoluzionario di pace. 

Una scelta voluta per avvicinare a quell’evento tutti: ricchi e poveri, colti ed ignoranti. Perché Gesù è di tutti, oltre il sesso ed oltre la nazionalità, il colore, la religione.Chi si spaventa oggi sono solo tutti coloro che hanno smarrito il buon senso, tutti coloro che, in sostanza, non si preoccupano degli altri, ma si vergognano di essere italiani. 

Al contrario, noi difenderemo l’Italia perché ne siamo innamorati, perché non sapremmo vivere senza. La tuteleremo e ne difenderemo tradizioni ed identità. Per il bene di tutti. 

La notte di Natale portate la Vostra famiglia vicino il presepe, vivetene l’emozione. E non smettete di amare quello che siete ed i valori con i quali siete cresciuti. 

Quest’Europa, questo globalismo servilista e questa sinistra radicale vogliono portarci via tutto, ma non potranno riuscirci fino a quando avremo presente quello che siamo. 

Buon Natale a tutti voi.

Per la sez. Fratelli d’Italia “del Saluzzese”

Paolo Radosta, segretario