Paperoles: la carta arrotolata in mostra a Cuneo

Fiori, animali ed oggetti preparati da Mario "Prezzemolo" Collino, in esposizione dal 2 gennaio nella Sala Mostre della Provincia

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Paperoles, dal francese papier roulé, significa letteralmente “carta arrotolata”. I paperoles erano reliquiari, decorati e abbelliti con carta, fili dorati, ricami e altri materiali più o meno preziosi, eseguiti tra il XVII e il XX secolo.

Si tratta di una particolare tipologia di reliquiario, ad utilizzo domestico o conventuale, tradizionalmente realizzato in carta da suore di clausura, dove le immagini sacre o le reliquie, poste all’interno di quadri o altre custodie, erano arricchiti da elaborate ed accurate composizioni in carta ed altri materiali, come cere, avori, vetri e cristalli.

I paperoles traggono ispirazione dalla tecnica orafa della filigrana; erano costruiti arrotolando su se stesse piccole striscioline di carta dorata e colorata secondo motivi per lo più a soggetto floreale. Potevano, poi, anche essere impreziosite da perline, conchiglie, coralli, piccole pergamene, ritagli di stoffa, pezzetti di vetro e frammenti ossei attribuiti ai santi.

Alla ricchezza della decorazione corrisponde un forte valore simbolico, che riporta al tema della fecondità e della vita; mentre l’iconografia e la disposizione di ogni elemento che appare nel reliquiario rivelano precisi riferimenti teologici e alla vita del santo.

Questi capolavori hanno da sempre suscitato meraviglia, perché composti da infinite combinazioni di dettagli minuscoli e curati, che nulla lasciano al caso.

Si tratta, in genere, di piccoli oggetti devozionali, intimi, per uso privato, delle miniature preziose pur nella loro semplicità, destinate al clero e alle famiglie aristocratiche.

La loro realizzazione, in teoria semplice (basta arrotolare piccole strisce di carta dorata), si evolve con il tempo in composizioni che richiedevano mesi di lavoro e necessitavano di una straordinaria pazienza.

Pazienza che anche Mario Collino (in arte Prezzemolo) ha usato per costruire i capolavori esposti in questa mostra, traendo ispirazione dal mondo della natura e dalla vita quotidiana.

Nelle raffigurazioni tradizionali non compare mai la figura umana. Invece Prezzemolo ha voluto inserire l’elemento antropico nei due spettacolari Presepi esposti.

MARIO COLLINO “PREZZEMOLO”

“Prezzemolo” era il soprannome che, in passato, veniva usato per definire una persona presente in molte occasioni o che faceva molte cose.

Mario Collino, originario di Cuneo, è diventato “Prezzemolo” perché presente un po’ ovunque ci sia una festa o un incontro con le sue “dumure et na vira” (i suoi giocattoli di una volta), realizzati con il solo “opinel” (coltellino) e con pochi altri attrezzi.

Da anni Prezzemolo raccoglie detti, proverbi, storie, canti e informazioni del mondo contadino del passato, contribuendo a salvare questo importante patrimonio culturale, e usandolo per realizzare i suoi giocattoli. I materiali sono i più disparati: filo di ferro, tappi di bottiglia, barattoli di latta, pezzi di legno, bottoni, rami secchi, piume di gallina, ecc. Tutti materiali poveri, di nessun valore economico, che, in questo modo, salva dalla discarica.

Oltre a realizzare i giocattoli del passato, Prezzemolo si è dilettato di Astronomia, inventando semplici meccanismi per raffigurare le costellazioni, di origami, secondo l’antica tradizione giapponese, ed ora di paperoles.

Negli origami e nei paperoles Collino usa solo la carta che, come ama ricordare, è un materiale vivo, nato quasi duemila anni fa in Cina mettendo a macerare le fibre del gelso. La carta ha mille possibilità di impiego; è veicolo di cultura, di informazione, di arte, di gioco. Bisogna, quindi, imparare ad amarla e rispettarla.

DS