Gli amministratori locali della Valbormida, nel corso di un’audizione in commissione Ambiente, hanno chiesto sostegno, trovandolo, da parte della Regione attraverso la stesura e l’approvazione di un ordine del giorno unitario che impegna il presidente della Regione e la Giunta a farsi carico delle fortissime preoccupazioni espresse dai territori interessati dall’enorme danno ambientale; a pubblicare i risultati e le valutazioni conclusive degli aggiornamenti riguardanti le ultime indagini epidemiologiche attivate dalla Regione Piemonte; a valutare l’opportunità di estendere l’indagine a tutti i Comuni compresi nella Valle, così come richiesto nella mozione 1278 approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte il primo febbraio 2018.
L’intera delegazione ha evidenziato, nel corso dei vari interventi, come il danneggiato dall’intera vicenda e quindi beneficiario dei risarcimenti risulterebbe essere il Ministero dell’Ambiente, che sta perfezionando la transazione economica con Eni Rewind, escludendo di fatto sia la Regione Piemonte sia i Comuni della Valle destinati a percepire somme irrisorie rispetto ai danni subiti. Peraltro, a fronte di una quantificazione preliminare datata 2008 compiuta dall’Avvocatura dello Stato di un danno pari a circa 218 milioni di euro, oggi alla Valle Bormida ne spetterebbero tra i 7 e gli 8.
All’audizione ha partecipato la delegazione valbormidese costituita dai sindaci di Cortemilia (Cn), Monastero Bormida (At), Castellazzo Bormida (Al), Torre Bormida (Al), Castino (Cn), Prunetto (Cn), Vesime (At), Castelletto Uzzone (Cn), dal vice sindaco di Acqui Terme (Al), dal consigliere comunale con delega all’Ambiente di Saliceto (Cn) e dai rappresentanti di associazioni ambientaliste con all’ordine del giorno la bonifica e i danni derivanti dall’area dell’ex stabilimento di Cengio (Sv). L’Acna, come noto, è una fabbrica chimica che ha cessato l’attività nel 1999.
L’incontro si è reso necessario anche per via delle imminenti conclusioni giudiziarie da parte del tribunale di Genova chiamato a pronunciarsi sul risarcimento del danno ambientale da parte di Eni Rewind (ex Syndial, società proprietaria del sito) e più in generale sulla bonifica in corso che presenterebbe gravi lacune.
Da sottolineare che le attività classificate di “bonifica” – hanno spiegato gli amministratori – sono consistite nella realizzazione di opere di contenimento di tre milioni di metri cubi di scorie chimiche altamente tossiche che risultano a tutt’oggi imperfette e incomplete.
Eni Rewind, secondo i rappresentanti della delegazione, non si è curata di coinvolgere nelle decisioni enti e associazioni locali perché il sito si trova in territorio ligure ma grava totalmente sul Piemonte. Per tale ragione viene chiesta la costituzione di un organismo paritetico ligure-piemontese che si confronti con la società al fine di poter ottenere garanzie tecniche di presidio di durata illimitata.
L’inizio dei lavori della Commissione è stato caratterizzato dall’illustrazione e spiegazione sia per l’anno in corso sia per il triennio 2020-22 delle risorse disponibili in capo all’assessorato all’Ambiente che, dopo l’espressione del parere favorevole sul bilancio, ha risposto ai chiarimenti e alle sollecitazioni provenienti dai Gruppi di minoranza su missioni, risorse e progetti.
cs