“Pmi: gli auguri di ferragosto preludono già a strategie e sinergie autunnali” | I vertici Confapi: “Siamo in tenuta, ma la politica non dimentichi le trenta aziende che ogni giorno chiudono in Granda”

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È un augurio di buona ripresa quello racchiuso nel messaggio di ferragosto delle Pmi cuneesi aderenti a Confapi, nelle considerazioni anche di ordine congiunturale espresse dal presidente provinciale Pierantonio Invernizzi, dai due vice Luciano Piovano e Giuseppe Rossetto e dal segretario generale Adelio Rinaudo.

Una occasione fra l’altro per commentare, declinandoli nel contesto territoriale locale, i dati diffusi dall’ISTAT sulla crescita zero della congiuntura economica italiana.

 

“Per quanto, specialmente in realtà consolidate come quella cuneese, le Pmi riescano a procedere grazie agli stock e all’impegno economico anche personale dei loro titolari, connotato tipico di una economia a conduzione familiare e diffusa, appare evidente come gli annunci di ripresa non bastino più a incentivare la prosecuzione di molte attività. La storia di questi otto anni evidenzia purtroppo che, per quanto gli effetti più recessivi della congiuntura si manifestino da noi solo in un secondo tempo, gli stessi poi si protraggono ulteriormente mettendo a dura prova un tessuto tradizionale di piccole e piccolissime aziende che, al momento della richiesta di aiuto, non trovano alcuna corrispondente risposta politico istituzionale, se non il suo esatto contrario”.

 

Senza considerare che – rimarcano ancora i quattro dirigenti di categoria – “per quanto numericamente anche nel secondo trimestre dell’anno la vocazione imprenditoriale della Granda abbia denotato un saldo positivo tra avviamenti e cessazioni di attività, non può e non deve passare in secondo piano come queste ultime abbiano avuto una media giornaliera di trenta aziende chiuse. Un numero che deve far riflettere, soprattutto se abbinato a una riduzione della tendenza ad assumere che denota come le nuove attività nascano su base individuale e mono-personale e non trovino nella legislazione amministrativa e fiscale gli strumenti utili a una loro espansione nel medio periodo”.

 

Per tale ragione, anche in forza delle situazioni che sempre di più stanno accomunando il mercato industriale e lavorativo torinese e cuneese, la Confapi della Granda sta mettendo a punto importanti sinergie con l’area del capoluogo piemontese “nella consapevolezza di come le spinte alla internazionalizzazione e alla delocalizzazione, che sempre di più riguardano i grandi gruppi industriali e finanziari, debbano trovare un tessuto prontamente reattivo nelle Pmi e nei distretti in cui esse operano, dal momento che sempre di più le aziende locali, storicamente definite come indotto o come subfornitura, per non soccombere dovranno ampliare le alleanze fra di loro e passare dalle seconde alle prime linee dei mercati interni e internazionali. Per questo anche dai sistemi istituzionali e finanziari, cui non chiediamo assistenzialismo ma leale partenariato, auspichiamo un analogo convergente atteggiamento”.