Il coronavirus ha rappresentato nel mondo un vero e proprio terremoto, le cui onde si sono propagate, raggiungendo con grande intensità anche il movimento sportivo italiano.
Si è tanto parlato di Serie A, di Europei e di come poter proseguire con gli eventi calcistici nazionali e internazionali, ma le ricadute più significative, per assurdo, riguardano forse il calcio dilettantistico.
Ecco perchè abbiamo sentito IN ESCLUSIVA il presidente del Comitato LND Piemonte-VdA Christian Mossino, che proprio ieri ha inviato una lettera di sensibilizzazione ai presidenti delle squadre dilettantistiche.
“Oggi sarebbe inutile fare previsioni o avanzare ipotesi sul completamento dei campionati – spiega ai nostri microfoni – Creeremmo solo una grande confusione senza avere nulla di concreto tra le mani. Di certo, quello che faremo, ed in tal senso abbiamo invitato anche le società a muoversi, sarà sottolineare a chi di dovere come questa situazione non rappresenti per il calcio dilettantistico solo un intoppo organizzativo, ma anche un evidente danno logistico e soprattutto economico, che dovrà essere tenuto in seria considerazione”.
Sul dopo-3 aprile, invece, non si fanno supposizioni: “In questo momento quel che più conta è l’aspetto umano e della salute pubblica, tutto il resto verrà dopo. Ciò non toglie, però, che sarà opportuno muoversi per immaginare delle soluzioni se si dovesse e potesse ripartire. Come ho detto poc’anzi, sarebbe inutile e dannoso, però, lanciare dei messaggi su quel che sarà. Oggi conviene unirsi con un unico intento e dialogare, immaginando la soluzione migliore per tutti, pur tenendo sempre presente che in realtà non è detto che si potrà riprendere. Faremo verosimilmente delle video-conferenze con le società, per sentire il loro punto di vista e insieme a loro pianificheremo il domani, nella speranza che possa coincidere con il 4 aprile. Se tutto sarà risolto per quella data a livello di salute pubblica, noi ci arriveremo pronti”.
Il tutto tenendo in considerazione che Serie A e mondo dilettantistico non viaggiano sugli stessi binari: “Sarebbe folle pensare che le decisioni dei Pro possano essere le stesse dei dilettanti. Per tante ragioni, i due mondi sono diversi: economici, strutturali e soprattutto organizzativi. Le scadenze potrebbero essere diverse e questo potrebbe consentirci una maggiore flessibilità. Ma ripeto, non c’è nulla di concreto. Abbiamo venti giorni per immaginare il nostro futuro con le società, oltre ovviamente a giocatori e allenatori, rappresentati nel consiglio”.