Ho appena letto sul Corriere della Sera di mercoledì scorso, alcune considerazione dell’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia riferite al provvedimento governativo contro il coronavirus che impone la chiusura di bar, biblioteche e locali pubblici. Mons. Nosiglia notava che sono “tutti luoghi dove i senza dimora trascorrono la loro giornata prima di tornare ai dormitori quando riaprono per la notte. E’ evidente il paradosso: non si può invitare a restare nella propria abitazione coloro che di un’abitazione sono privi”.
Queste considerazioni mi hanno indotto a chiedermi che cosa ne è dei senzatetto che a Cuneo sono ospitati per la notte presso il dormitorio della Croce Rossa. Mi risulta che siano poco meno di una trentina e che, non potendo restare in sede durante il giorno, siano costretti a passare il loro tempo in strada fino al tardo pomeriggio, quando il rifugio notturno riapre i battenti.
Questa condizione , ordinariamente già disagevole, in tempo di epidemia galoppante e di assoluta necessità di limitare l’espansione del contagio , diventa ora drammatica e fonte di rischio sia per i senza dimora sia per gli altri cittadini.
Sorge allora spontanea la domanda: che cosa fa l’Amministrazione comunale per fronteggiare questa situazione e per creare luoghi di accoglienza temporanea nei quali queste persone possano sostare durante il giorno, magari potendo fruire di un pasto caldo ?
Sarebbe interessante sapere se l’ Amministrazione comunale intende assumere qualche tempestiva iniziativa che, raccogliendo la collaborazione di enti e organizzazioni del volontariato cittadino – che certo non mancherebbe- , sia sostenuta con risorse adeguate alla necessità e all’urgenza di un doveroso intervento a tutela della salute e della tranquillità di tutti i cittadini, con o senza dimora.
Mi auguro di poter vedere al più presto una risposta, con fatti concreti.
Grazie.
Dario Chiapello