A Verduno si curano i pazienti Covid-19

0
306

IDEA n.13 del 2 aprile 2020

Aperto (senza inaugurazioni) l’ospedale di Alba e Bra, che in questa fase di emergenza sarà il centro di riferimento piemontese per il contrasto al coronavirus

Come la rivista IDEA aveva anticipato nelle scorse settimane attraverso l’intervista realizzata al commissario straordinario Giovanni Monchiero, è entrato in funzione l’ospedale di Verduno (in alto, in una suggestiva foto panoramica), ospitando 20 pazienti positivi al coronavirus.

Non si tratta di una scelta casuale, visto che il nosocomio appena aperto, in questa fase di emergenza sanitaria, accoglierà esclusivamente persone che sono state colpite dal covid-19. Non solo: la struttura, che è stata presa in carico dall’Azienda sanitaria locale Cn2 nella giornata di giovedì 26 marzo, sarà il centro di riferimento piemontese per il trattamento dei casi contagiati dal temibile virus che, dopo aver spaventato la Cina, sta mettendo in ginocchio l’Italia e il mondo intero.

Inizialmente, nel presidio ospedaliero di Verduno, saranno attivi 55 posti letto, che potranno essere progressivamente aumentati in base alle necessità dettate dall’emergenza. A pieno regime, potranno essere curate addirittura 350 persone, ma per farlo sarà prima necessario individuare un numero adeguato di professionisti della sanità. Di questi aspetti e del coordinamento sanitario dell’ospedale si occuperà nello specifico Paolo Tofanini, di fatto il braccio destro del commissario straordinario Giovanni Monchiero.

Ma quali tipologie di pazienti affetti da coronavirus verranno prese in carico? Come riferito da Monchiero, e ribadito nei giorni successivi dal governatore del Piemonte Alberto Cirio, nella struttura di Alba e Bra verranno accolti, da tutto il Piemonte, quei pazienti covid-19 che, pur avendo già superato la fase critica o, comunque, completato un percorso di rianimazione, necessitano ancora di una terapia sub-intensiva e assistita mediante la somministrazione di ossigeno.

Alcune decine di postazioni saranno dedicate ai trattamenti di terapia intensiva, indispensabili per fronteggiare eventuali ricadute da parte di persone ammalate le cui condizioni erano già migliorate. «Accompagneremo questi pazienti lungo il percorso verso la guarigione finale», ha spiegato il presidente del Piemonte Cirio, aggiungendo: «L’apertura di Verduno ci consente di liberare posti in altri ospedali della regione».

In questo senso, il Piemonte è un’autentica eccellenza. Lo dimostrano questi dati: dall’inizio dell’emergenza coronavirus, ovvero in poco più di tre settimane, la Regione guidata da Alberto Cirio ha incrementato del 94% i posti di rianimazione intensiva disponibili nei presidi ospedalieri piemontesi, passando dagli originari 287 agli attuali 554, contro una media nazionale del 64%.

Questi numeri, peraltro, potrebbero ancora crescere, soprattutto sul fronte dei posti letto per le degenze non emergenziali, visto che la Regione ha avanzato al Governo, ricevendo già un parere di massima favorevole, la richiesta di allestire presso le ex Officine grandi riparazioni di Torino un’area con circa 100 posti per il ricovero e la terapia sub-intensiva dei pazienti coronavirus di media e lieve entità.

«Siamo tra le prime regioni d’Italia per risultato nell’incremento dei posti di terapia intensiva », hanno commentano il presidente Cirio e l’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi, «All’inizio dell’emergenza avevamo una disponibilità tra le più basse a livello nazionale, ma il sistema sanitario piemontese ha compiuto uno sforzo senza precedenti. Ogni giorno siamo in prima linea, impegnati a combattere la battaglia più importante».

Tornando a Verduno, dopo anni di alterne vicende, nei giorni scorsi i lavori del cantiere sono formalmente terminati, è stata certificata l’agibilità della struttura che, contestualmente, è diventata di proprietà dell’Asl Cn2. La superficie utilizzata per l’emergenza corrisponde a circa il 25% di quella complessiva.

Una volta che sarà stata superata questa delicata fase, l’ospedale entrerà in funzione nella sua totalità, anche perché ora tutte le componenti risultano completate, eccezion fatta per alcuni allestimenti e, in particolare, il trasferimento di alcune apparecchiature. I pazienti covid-19 verranno supportati nella loro lotta contro il virus in diversi modi, tutti finalizzati ad alleviare il più possibile le sofferenze a cui sono costretti i malati di coronavirus.

In particolare, il commissario Monchiero ha stabilito di predisporre un ufficio che si occupi di tenere un filo diretto con i familiari dei ricoverati, alla luce del fatto che l’accesso all’ospedale è limitato al personale medico e sanitario. In questo contesto, risulterà fondamentale anche l’efficienza assicurata dalle dotazioni di reparti e camere, tutte di assoluto livello grazie all’importante impegno profuso dalla Fondazione Nuovo ospedale Alba-Bra, che ha investito quasi 25 milioni di euro nell’acquisto di attrezzature e arredi.

Analogo è stato l’impegno della famiglia Ferrero che per il completamento dell’opera ha donato 5 milioni di euro. Tutto questo a Verduno, mentre ad Alba e Bra i due “vecchi” nosocomi sono stati riorganizzati proprio per fronteggiare l’emergenza coronavirus e attualmente il quaranta per cento dei loro posti letto è riservato a pazienti covid-19.

Insomma, Langhe e Roero hanno tirato fuori gli artigli per difendersi da un nemico che, seppure invisibile, fa tanta paura. Ma, facendo quadrato, il territorio ne uscirà, gettando le basi per una pronta ripartenza.


   “L’ABBRACCIO PIÙ FORTE” ARRIVA DAL CUORE DI VALERIO BERRUTI ARTISTA       LEGATO ALLE ORIGINI

La biografia di Valerio Berruti è visceralmente legata alla sua terra d’origine, le langhe, alla città in cui è nato e vive, Alba, e a Verduno, dove nel 1998 ha acquistato una chiesa sconsacrata che è diventata il suo atelier.

In seguito all’apertura dell’ospedale verdunese, Berruti, che pochi giorni prima aveva partecipato a un’iniziativa solidale a favore del nosocomio di Bergamo, ha deciso di regalare un disegno esclusivo, intitolato “l’abbraccio più forte”, a tutti coloro i quali avessero aderito, con una donazione di almeno 300 euro, alla raccolta fondi indetta dalla fondazione nuovo ospedale Alba-Bra per le attività sanitarie svolte nel presidio ospedaliero di Verduno contro il coronavirus.

I disegni, di dimensioni 36x21centimetri, realizzati con pastelli a olio e smalto su cartoncino, diventeranno fotogrammi di un video. Al termine del progetto, inoltre, le illustrazioni saranno raccolte in un libro, uno speciale “flipbook” che riproduce l’animazione, che conterrà il nome di ogni donatore e avrà la prefazione poetica di Piero Negri scaglione, autore e giornalista, conterraneo di Berruti.

«Ora più che mai abbiamo bisogno di restare uniti. Uniti come nell’abbraccio illustrato da Valerio Berruti, che si conferma sensibile alle necessità del territorio. Rivolgiamo, quindi, il nostro “abbraccio più forte” all’artista e alla sua famiglia, che da sempre ci sono vicini», ha detto bruno Ceretto, presidente della fondazione nuovo ospedale Alba-Bra.

L’iniziativa, che si è chiusa mercoledì primo aprile, ha avuto un successo enorme: in appena una settimana sono state effettuate circa 400 donazioni, che hanno permesso di raccogliere più di 140 mila euro.


IN PRIMA LINEA ANCHE SANITARI DELL’ESERCITO

Il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, lo aveva detto in più di un’occasione che l’ospedale di Verduno, una volta pronto, sarebbe entrato in funzione senza inaugurazioni.

Questo per rispetto nei confronti dei piemontesi che hanno dovuto attendere a lungo il nuovo nosocomio. E così è stato: il presidio ospedaliero ha aperto i battenti nel silenzio, entrando subito nel vivo delle fasi più critiche dell’emergenza.

L’apertura è stata preceduta solo da un videomessaggio facebook di Cirio, che ha dichiarato: «L’ospedale è operativo grazie a un lavoro enorme di reperimento del personale. si sono dovuti indire bandi appositi e abbiamo anche richiamato alcuni medici dalla pensione. Ringrazio loro, tutti i medici e gli infermieri, ma anche l’esercito, che ha messo a disposizione quindici infermieri e dieci medici.

Questa è una struttura di cui si è discusso tanto negli anni: da albese, sono felice che oggi sia attiva e che sia al servizio di tutto il Piemonte. riuscendo a reperire altri professionisti, potremo incrementare ancora i posti letto: vogliamo che ciascun piemontese abbia la garanzia di essere curato».