La chiesa di Santa Chiara a Bra è un mirabile esempio di architettura barocca piemontese del Settecento. È opera dell’architetto torinese Bernardo Antonio Vittone che sempre a Bra, nel 1730, eseguì il progetto per l’ampliamento del Municipio. La costruzione della chiesa di Santa Chiara ebbe inizio il 27 maggio 1742 e l’edificio, anche se non completamente terminato, fu aperto al pubblico il primo agosto 1748. L’edificio ha una pianta quadrilobata, che si sviluppa intorno ad un quadrato centrale di 14 metri di lato, su cui si dispongono i lobi a formare un quadrifoglio. Si tratta di un’architettura complessa: una strutturazione originale dello spazio, unita a studiati giochi di luce, che variano e si moltiplicano a seconda delle ore del giorno. È un edificio pensato, progettato e costruito per la religiosità e la preghiera. Padre Ettore Molinaro, mancato cinque anni fa, per quasi cinquant’anni fu il curatore e custode di Santa Chiara. Frate minore cappuccino, fu sempre a disposizione per celebrare la Messa, per visitare gli ammalati, per portare loro l’Eucarestia o anche per portare conforto. Fu tra i fondatori della sezione braidese del Club alpino italiano, nonché direttore del Museo civico “Craveri” di Bra che, nei 50 anni della sua direzione, è divenuto un gioiello nel settore delle scienze naturali. Fondò nel 1969 l’associazione “Amici della musica”, organizzando per quarantaquattro anni centinaia di concerti nel coro di Santa Chiara, offerti ai braidesi, e in particolare agli studenti, per sensibilizzarli all’ascolto. Nel 1997 fu tra i soci fondatori dell’associazione “Amici dei musei”.