«Stiamo riscoprendo il senso di comunità»

PierPaolo Carini, amministratore delegato del Gruppo Egea, coglie nell’emergenza attuale la responsabilità per i servizi essenziali erogati, ma anche uno stimolo per proporre innovazioni

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Il soddisfacimento di alcuni bisogni va garantito sempre, anche nel mezzo di un’emergenza come quella che stiamo vivendo da oltre un mese. Occorre quindi assicurare la possibilità di ap­provvigionamento di cibo, ma anche tutta una serie di servizi essenziali per garantire a cittadini e aziende un livello minimo di normalità. Acqua, luce, gas e raccolta rifiuti sono alcuni dei tasselli imprescindibili per fronteggiare le contingenze del mo­mento con decoro e piena dignità. Forse proprio sulla consapevolezza di rappresentare una “multiutility” che riveste un ruo­lo chiave per un gran numero di cittadini e di aziende della Granda e del nord ovest del nostro Paese si basa la determinazione che caratterizza an­che in questi fran­genti Pier­Pao­lo Ca­rini, amministratore de­legato del Grup­po E­gea.

A IDEA, l’ingegnere, ormai albese d’adozione, non nasconde la propria preoccupazione per il momento che stiamo attraversando, senza lasciarsi abbattere.
«Le difficoltà determinate dall’emergenza sanitaria in parte le abbiamo affrontate, ma in parte ancora si devono presentare», af­ferma Carini, «per questo oc­corre far ricorso alla volontà di resistere e di essere comunità. Stiamo attraversando un mo­mento difficile, un’emergenza inimmaginabile soltanto pochi mesi fa, ma grazie al lavoro e all’impegno di tutti e nonostante le tante difficoltà nell’operare, come Grup­po stiamo dando continuità ai nostri servizi es­senziali per le famiglie, le aziende, la collettività in quanto, quello della vicinanza, è uno dei no­stri valori più im­­por­tanti. D’al­­­­­tron­de sia­mo parte in­tegrante e de­­ter­minante del­le istituzioni, avendo decine di Comuni e di aziende di territorio tra i nostri soci».

Come si sta muovendo il suo Gruppo rispetto alle contingenze del momento?
«Sono orgoglioso del grande lavoro che stanno portando avanti i dipendenti di Egea (oltre 1.200 persone). Stiamo operando in modo continuativo e strutturato mettendo in pratica tutti i protocolli di sicurezza richiesti dal decreto “Cura Italia”, la maggior parte delle persone impiegate negli uffici operano in “smart working” e i nostri collaboratori che si spostano sul territorio, nel contatto con i clienti che ne richiedono l’intervento, sono dotati di tute, mascherine e altri elementi di sicurezza. Inoltre stiamo dando un servizio alla collettività at­traverso la pulizia delle strade di alcune località con un nuovo sistema innovativo ed eco-sostenibile che prevede la vaporizzazione a 180 gradi di luoghi ed ambienti».

C’è chi dice che le difficoltà nascondano sempre opportunità. Lo pensa anche lei?
«Nei momenti difficili si devono trovare nuove idee, nuovi modi per essere vicini alla gente, alla comunità. Noi abbiamo ideato lo “sportelloacasa” di Egea, che permette a tutti i clienti di collegarsi direttamente da casa con le nostre operatrici e dialogare con loro a video, perché noi in questo momento ci vogliamo “mettere la faccia”. In questo modo i nostri clienti potranno ritrovare il senso di relazione, contatto con lo sportello Egea che da fisico diventa virtuale. Potranno riconoscere la persona con la quale solitamente dialogavano allo sportello e dare continuità al rapporto di fiducia diretto. Sia­mo i primi a farlo in Italia e sarà un’innovazione figlia delle contingenze che però resterà anche a emergenza finita».

Volendo trovare un tratto d’unione tra le tante interviste realizzate in queste settimane a medici e infermieri in prima linea contro il Covid-19, salta agli occhi come quasi tutti abbiamo dichiarato che questa emergenza abbia loro confermato di aver fatto la scelta giusta, di essere nel posto giusto a fare la cosa giusta. Vale anche per lei?
«Sono un ingegnere e non so se sarei capace di fare altro. Io a mia volta ho avuto il privilegio fin dall’inizio di essere contento di questa scelta tecnica. Detto questo, il fatto di essere protagonista di un’azienda di servizio tra le più grandi del nostro Paese che ha un ruolo di comunità mi piace, mi dà forza, mi dà positività, mi fa sentire meno la fatica. In un momento così difficile il lavoro quotidiano è più complesso ma riusciamo a farlo nel rispetto della legge e questo rappresenta un valore importante. È come essere stopper in questo momento in cui la squadra è in difesa. Quindi il tuo è un ruolo di responsabilità e se sbagli, non sbagli solo per te, ma per tutta la squadra».