Il calcio dilettantistico si interroga sul futuro, qui Benarzole: “Oggi il calcio non è la priorità”

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Foto Mauro Piovano

Ultima tappa del nostro viaggio tra le otto società cuneesi impegnate nel girone B di Eccellenza 2019/2020, stoppato alla 21esima giornata per via dell’esplosione del Coronavirus.

È la volta, in chiusura, del Benarzole, che, dopo un grande 2018/2019, stava ora lottando per non retrocedere ed era al penultimo posto a quota 18 punti.

A parlare per i biancorossi è Adriano Dogliani, storico direttore sportivo narzolese, con cui abbiamo affrontato gli ormai consueti temi legati all’eventuale ripresa e alla gestione dei rimborsi di giocatori e collaboratori.

Ripresa: sì o no?
“Credo che, molto onestamente, non dobbiamo essere noi né tantomeno la Federazione a decidere. In questo sono in linea con il pensiero espresso da Damiano Tommasi già qualche giorno fa: deve essere una decisione delle autorità sanitarie, non certo di quelle calcistiche. Bisognerà vedere l’entità dei contagi e si potrà riprendere solo a rischio zero.

Se così non sarà, sarà impossibile, perché in uno spogliatoio di 20-25 persone e soprattutto in campo i contatti sono troppi. È un discorso di responsabilità: voglio vedere chi se la prende in un contesto di incertezza, stabilendo che si deve tornare in campo per giocare una partita di Eccellenza. Ho apprezzato quanto fatto da volley, basket e rugby, che hanno posto fine alle ostilità, chiudendo una diatriba che sta diventando pesante ed inutile”.

Annullamento: sì o no?
“Francamente, credo che non ci siano altre possibilità, perché con quasi un terzo del campionato ancora da giocare non è possibile sentenziare nulla. Sarebbe ingiusto nei confronti di chi, come noi, rischia al fondo ma aveva ancora 27 punti a disposizione per migliorare la propria situazione, ma lo sarebbe altrettanto per chi mirava a salire. Ricordiamoci che oggi da noi al tandem Derthona-Saluzzo c’erano appena 25 punti”.

Questione-rimborsi
“E’ un discorso che non preoccupa. So che è stato fatto un gruppo Whatsapp tra i presidenti per discutere del tema e credo che si adotterà una linea unitaria: fino a quando si è giocato è giusto che si rimborsi, dopo no.

Ad ogni modo, mi preoccuperei, piuttosto, delle prospettive future: la maggior parte dei finanziatori delle società dilettantistiche è imprenditore, e oggi gli imprenditori sono in difficoltà e dovranno pensare ad altro. Non so quale scenario troveremo per il nostro mondo fatto di dilettantismo una volta usciti da questa pandemia”.