Fase 2, l’Associazione Commercianti Albesi: “I titolari delle attività sono furiosi”

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La conferenza stampa del presidente Conte sul nuovo Dpcm per la fase 2, in cui è stata confermata una parziale riapertura delle attività lavorative, ha scosso l’animo di molti commercianti in precario equilibrio economico, stretti nella morsa di scadenze e costi di gestione, e sollevato l’ira di numerose associazioni di categoria. In larga misura sono state deluse le speranze di coloro che auspicavano una ripresa in tempi più stretti. Dal 18 maggio riapriranno i negozi e solo il 1 giugno le attività di ristorazione e di cura della persona.

Silvia Anselmo, vicepresidente dell’ACA, interrogata in merito, ha riportato la frustrazione degli addetti ai lavori: “I negozi si aspettavano di riaprire l’11 e i pubblici esercizi il 18. Questa aspettativa è stata disattesa e le attività ora sono furiose. Tutti ci aspettavamo una riapertura maggiore. Questa fase due inizia molto timidamente

Le aziende e i negozi che hanno chiuso hanno avuto un calo del fatturato importante. Si incominciava a vedere la luce, c’era la possibilità di contenere maggiormente i danni. Ora la situazione cambia solo di una settimana, ma una settimana dopo diversi mesi di mancato incasso è importante. Siccome anche nel resto d’europa si sta vedendo che comunque qualcosa in più si sta facendo, tutti si chiedono perché in italia siamo così timorosi.

La vicepresidente ha poi espresso tutto il suo disappunto nei confronti delle misure introdotte dal Dl Liquità e dal Dl Cura Italia: “Non c’è nulla a fondo perduto. In questo momento la sola possibilità è di richiedere un finanziamento, ma molta gente è timorosa perché non vuole indebitarsi. E il bonus di 600 euro non aiuta molto. Stiamo aspettando il prossimo decreto ma non sappiamo ancora nulla. La situazione è critica.”