Il lavoro da fare è molto ed il tempo a disposizione decisamente ridotto: la stagione di
raccolta della frutta si avvicina e servono i braccianti per raccoglierla altrimenti rimarrà sugli alberi, con un ulteriore immenso danno per l’economica del territorio, non solo ovviamente aziende agricole, ma tutto l’indotto, che in un’area ad elevata vocazione frutticola come quella saluzzese significa praticamente l’intero tessuto socio-economico.
L’emergenza sanitaria in atto non permette però di replicare l’esperienza del passato, quando alcuni Comuni avevano supportato il settore cercando di offrire alloggi dignitosi anche per evitare problemi sanitari e di ordine pubblico: quest’anno il rischio è che spostamenti incontrollati di lavoratori da altre Regioni o dall’estero o assembramenti non consentiti, possano portare a nuovi focolai epidemici.
Per questi motivi, 30 Comuni hanno recentemente espresso un segnale di compattezza straordinaria sottoscrivendo la lettera inviata in Regione all’attenzione del Presidente e degli Assessori, per ribadire la forte preoccupazione economica e sanitaria per le proprie comunità. Su questo sta lavorando alacremente il “Tavolo Emergenza Frutticoltura del Monviso”, di cui si sono fatti promotori 15 diversi attori a vario titolo protagonisti del comparto frutticolo dell’area saluzzese (4 Comuni, 4 Organizzazioni sindacali agricole, 7 Organizzazioni di produttori) con gli ormai consueti appuntamenti in videoconferenza del giovedì, per il confronto su quanto fatto e per dettare l’agenda degli obiettivi per la settimana successiva.
In settimana, in seguito dell’intervento di giovedì scorso dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e del Presidente della Regione Alberto Cirio, sono stati definiti con i funzionari regionali i dettagli per i contributi alle aziende agricole per il noleggio dei moduli abitativi da posizionare nelle singole aziende: la Giunta Regionale ha già approvato la riapertura del bando sulla Legge 12/2016 (conosciuta come Legge Allemano) con una dotazione iniziale di 97.000 euro che permetterà di elargire, con il tramite dei Comuni che potranno eventualmente integrare con una propria quota, un contributo economico per ogni container installato; l’esatto importo potrà essere definito solo a consuntivo a fronte della disponibilità economica e del numero di richieste pervenute.
Le modalità di installazione sono state definite in un apposito disciplinare che molti Comuni hanno già approvato come allegato al proprio regolamento edilizio. “L’ospitalità in azienda è una buona soluzione, ma servono regole chiare”: l’incipit dell’Assessore Regionale alla Sanità Luigi Icardi, tra gli invitati al tavolo di giovedì scorso, è stato eloquente, prima di sottolineare la necessità di stilare un protocollo di sicurezza che aziende e lavoratori dovranno rispettare, come sta accadendo per tutte le altre realtà imprenditoriali che si stanno accingendo a ripartire con le proprie attività in questa “fase 2”. “Va posto un quesito chiaro al Comitato scientifico sulle norme da rispettare nei container, nel protocollo vanno inserite le modalità di svolgimento delle quarantene e le procedure da attuare in caso di contagio. Temiamo una nuova ondata, sono necessari comportamenti responsabili da parte di tutti”.
Dettagli approfonditi al Tavolo dal dr. Bartolomeo Griglio e dal dr. Santo Alfonzo, rispettivamente direttore regionale e dell’ASL CN1 dello SPreSAL e dal questore di Cuneo Emanuele Ricifari. L’estrema sintesi è la necessità di un protocollo sanitario da definire e rispettare in modo scrupoloso: di qui l’esigenza che venga avviato al più presto il confronto ai tavoli istituzionali con le parti sociali. La situazione particolare impone urgentemente il contributo costruttivo di tutte le parti coinvolte, per concertare e trovare soluzioni efficaci ed attuabili.
Un confronto che andrà avviato anche per l’altra questione sul tavolo: il reperimento di manodopera. Le novità della settimana sono, senza dubbio, l’attivazione del portale regionale per l’incontro di domanda ed offerta per reperire manodopera locale e limitare così spostamenti e alloggiamenti (accessibile al sito www.iolavoro.org/agricoltura), e l’incontro in videoconferenza con il Ministro all’Agricoltura Teresa Bellanova, a colloquio con il Comune di Saluzzo grazie all’On. Chiara Gribaudo, per sollecitare risposte alle altre richieste iniziali del Tavolo: reperimento ed assunzione di manodopera con sistemi agili per permettere a studenti, pensionati, cassintegrati e percettori del reddito di cittadinanza di essere impiegati come stagionali, oltre alla defiscalizzazione degli oneri contributivi a carico delle aziende. Impossibilitata a partecipare al Tavolo perché impegnata in Commissione, l’Assessore Regionale al Lavoro Elena Chiorino ha inviato il proprio contributo scritto. Dopo aver sottolineato i numeri del comparto frutticolo ed il loro impatto sul tessuto socio economico piemontese, ha sottolineato: “Un patrimonio che non possiamo permetterci di disperdere, ma nemmeno di intaccare. Proprio ieri abbiamo ottenuto la disponibilità dal Ministro Bellanova per poter offrire il lavoro stagionale ai percettori del reddito di cittadinanza, allo stesso tempo stiamo sostenendo con alcuni parlamentari la battaglia per la reintroduzione dei voucher in agricoltura”.
A livello regionale, la conferma dell’attivazione del portale “Io Lavoro” in collaborazione con l’assessorato all’agricoltura e l’Agenzia Piemonte Lavoro: “Un servizio qualificato di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro avvalendosi dei propri Centri per l’Impiego e del portale web”.
la Regione a coordinare i lavori per un protocollo di sicurezza
condiviso con le autorità sanitarie, le rappresentanze datoriali e le parti sociali “Possiamo considerarci dei privilegiati perché il nostro settore ha potuto continuare a lavorare in questa pandemia, ma senza lavoratori stranieri per la raccolta, chiude. In Emilia, negli ultimi anni, abbiamo strutturato villaggi nelle aziende, ci auguriamo di poterli utilizzare anche quest’anno e stiamo lavorando alla “quarantena attiva” perché nessun lavoratore e nessuna azienda si può permettere di attuare modalità diverse”.
c.s.