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«Ora aiuti cash poi un piano per il turismo»

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Sindaco di Priocca ma anche parlamentare nel gruppo di Forza Italia, il senatore Marco Perosino ha l’esperienza e il disincanto che servono anche per affermare che «governare nei giorni del coronavirus non è facile, non è da tutti assumersi le responsabilità in momenti complicati come questo. Soprattutto in Italia dove, come sappiamo, vale la regola della Nazionale di calcio: ognuno è ct, ognuno ha la propria formazione vincente».

Senatore, ci sono state però molte zone d’ombra anche nell’ultimo decreto. La questione dei congiunti, per esempio…
«C’è stata confusione e d’altra parte le persone non vedevano l’ora di poter uscire di casa. Credo però che si debbano riconoscere molte attenuanti al Governo da questo punto di vista. Ora speriamo che i dati ci diano una mano. La tendenza sembra finalmente incoraggiante. Se i positivi al virus dovessero calare effettivamente al ritmo di duemila al giorno, saremmo a cavallo».

Rimarrà comunque il problema economico. Quali possono essere le soluzioni?
«Il quadro è grave, dal dopoguerra. Ne ho parlato già in Parlamento e in commissione finanza. Ci vuole un’immissione immediata di cash, un contributo nei conti correnti dei cittadini da qui ai prossimi tre mesi, serve una scintilla per far ripartire ogni attività».

Poi serviranno altri supporti per consolidare la ripartenza?
«Sì, penso ad esempio al turismo. Con l’Enit stiamo programmando per le nostre zone una campagna che tra due o tre mesi rimetta in primo piano tutto il territorio. Anche se non abbiamo certezze su come le persone si adatteranno e cosa accadrà».

Dal suo punto di vista di sindaco, la prospettiva cambia?
«Prima di tutto, se parliamo di Comuni, dico che dobbiamo fare leva su soldi italiani senza aspettare l’Europa di cui – lo ripeto spesso – non mi fido. Non illudiamoci che i tedeschi ci aiutino, noi sappiamo governare bene se abbiamo le condizioni per farlo. E i sindaci sono stati fin qui un esempio virtuoso, l’ossatura dello Stato. Hanno garantito il rispetto della quarantena, hanno distribuito i generi alimentari quando ce n’è stato bisogno, hanno gestito anche la questione rifiuti nonostante la chiusura delle isole ecologiche. Tutto questo facendo leva anche sul volontariato che in Italia ha sempre un ruolo importante».

Il dopo virus può rappresentare un’occasione per voltare pagina con nuove pratiche più virtuose?
«Lo spero, con il realismo da politico di centro-destra quale sono. L’ambiente naturale in questi mesi è migliorato, l’aria è più pulita. Ma se dovremo recuperare punti di Pil, come faremo a non tornare a inquinare un po’? Dovremo provare misure nuove».

Qual è la prima buona notizia che si aspetta?
«L’apertura definitiva dell’Ospedale di Verduno, oltre il covid. Credo che ci sia stata un’accelerazione e tra un mese dovremmo farcela. Questa sì che sarebbe una gran bella notizia».

Gli aiuti promessi dal Governo tardano in molti casi ad arrivare. C’è una strada per superare questo problema?
«Nel decreto emesso la scorsa settimana il Governo ha dimostrato di aver recepito questa problematica. Ci auguriamo che si vedano gli effetti, che ci sia una velocizzazione per superare la burocrazia. La strada è questa: snellire le pratiche facendo a meno delle documentazioni, a costo di incorrere in errori. Se anche i soldi arriveranno a qualcuno che non li avrebbe meritati, pazienza. In generale il risultato sarà positivo, perché quei soldi torneranno comunque allo Stato sotto forma di Irpef o comunque in altri modi. Ma questi aiuti devono arrivare velocemente. Anche per evitare il rischio di derive pericolose. A Roma e in altre città ci sono state manifestazioni di protesta di cui si è parlato poco ma che non bisogna sottovalutare».

La risposta sta quindi negli helycopter money, nei contributi a pioggia per tutti?
«Sì, soldi disponibili subito. Non è questo il momento dei controlli, magari lo si farà più avanti. Adesso bisogna trovare il modo di far ripartire subito le attività e l’economia del Paese. Questa è la priorità a cui dobbiamo guardare oltre l’emergenza sanitaria».

BaNNER
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