IDEA AWARDS 2019 – Cuneo Volley, Salomone: “Con l’Under 16 lo scorso anno una gioia immensa”

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Tra i premiati nel corso della puntata finale degli Idea Awards 2019 c’era anche Giorgio Salomone, ex grande pallavolista (pluricampione d’Italia con Torino) e coach del Cuneo Volley.

Salomone era in realtà in rappresentanza di tutta la società ed in particolar modo della rosa dell’Under 16 che nel 2018/19 ha riscritto la storia del club, riportando in città un titolo di Campione d’Italia di categoria dopo diversi anni.

Proprio da qui si è partiti nella chiacchierata in diretta sulla nostra pagina Facebook: “Io ho vinto qualche scudetto in carriera, ma devo ammettere che il trionfo di Alba Adriatica ha rappresentato un’emozione paragonabile a quelle dei miei successi” – ha spiegato Salomone.

Una grande vittoria seguita, ahinoi, dallo stop forzato di quest’anno: “Peccato, perchè quest’anno ci dovevamo confrontare con la pressione di chi sa di essere campione in carica. Penso che avremmo vinto nuovamente almeno il titolo regionale e poi ce la saremmo giocata in Italia. Peccato, ma questo gruppo è davvero forte”.

Gli scenari sono, però, più che mai incerti: “Purtroppo non sappiamo quando potremo tornare in palestra. Noi siamo vincolati alle scuole e finchè le scuole sono bloccate credo che anche per noi sia difficile poter immaginare una ripresa. Nel nostro caso, per noi l’Itis è una sorta di “casa” ma al momento il Comune non ha ancora saputo darci una risposta sui tempi di una eventuale riapertura, staremo a vedere”.

Incertezza che si mescola, però, alla necessità di pianificare il prossimo futuro: “Stiamo già lavorando su quel che sarà. In questo senso, abbiamo apprezzato la decisione della federazione di far “scalare” le annate: il prossimo anno non ci saranno le Under di annate pari ma di annate dispari, consentendo così alle società di mantenere stabili i gruppi attuali.

Volley sport più pericoloso? Credo sia stato un errore di trasmissione dei dati da parte dei nostri organi federali: siamo addirittura davanti per pericolosità a sport come il rugby, benché nel nostro caso le squadre siano divise da una rete. Mi pare francamente assurdo”.