Per una Sinistra Tanaro che ha scelto l’outdoor, la vita all’aria aperta come strumento di promozione turistica vincente, c’è una novità che si sta affacciando all’orizzonte: da una sinergia di territorio tra l’Ecomuseo delle Rocche di Montà e il Consorzio di Tutela Roero, sono pronti i “WineTour”. Si tratta di quattro nuovi itinerariche attraversano le menzioni geografiche del Roero e Roero Arneis Docg, anche dette “cru”,tra vigneti storici e cantine associate al Consorzio medesimo che trova al suo vertice il presidente Francesco Monchiero.
Sono percorsi ad anello, che si integrano nel grande itinerario a tappe del Roero Bike Tour: la “autostrada verde” promossa a suo tempo dai 22 sindaci della zona, con il coordinamento dell’Ecomuseo stesso e la progettazione a cura dell’arch. Silvana Pellerino. Ciò, in modo da far esaltare quella vocazione a patrimonio vitivinicolo che ben si innesta nella prospettiva Unesco che lega il Roero con la Langa e il Monferrato: facendo leva su di un paesaggio ricco di biodiversità, tra borghi storici, castelli e ciabòt campestri. Il valore aggiunto del Roero, appunto: che deve assumere questa piena consapevolezza di tali elementi, per prepararsi al suo lancio definitivo.
Il Consorzio di tutela Roero è stato parte viva di questa nuova iniziativa: forte di 300 associati tra produttori e viticoltori, negli oltre mille ettari vitati della Denominazione Roero e circa 6 milioni di bottiglie prodotte. Arneis e nebbiolo sono i due vitigni su cui basa la Docg: uve autoctone, tipiche di questo territorio, coltivate da secoli e interpretate con grande attenzione dai produttori del Roero: in uno scenario in cui tutto conta, compresi il paesaggio, l’arte, l’architettura delle case contadine, ove il percorso che dalla vigna alla cantina risulta un sottile filo rosso che lega tutto. A fianco, l’Ecomuseo: sostenuto da sempre dal Comune di Montà, e capace di fungere da vera cabina di regia per quanto attiene la promozione delle qualità della zona, anche tramite il suo funzionale portale www.ecomuseodellerocche.it.
Un pozzo di informazioni, quest’ultimo: e da cui, appunto, si potrà sapere ancora di più sui nuovi 4 itinerari che completano la rete di percorsi affrontabili a piedi e in mountain bike, tutti rigorosamente accompagnati dalla traccia GPX scaricabile gratuitamente da tale sito, e anche da www.consorziodelroero.it. Stiamo dunque parlando di una sorta di alleanza che unisce peculiarità e vocazioni uniche, e che il Roero sente davvero sempre più come proprie.
Non resta allora che conoscere più da vicino i “nuovi arrivati”, in grado davvero di abbracciare chi vorrà conoscere il Roero nei suoi passi, nella sua anima. Si parte da “I cru dove ebbe origine l’Arneis”, per 13 chilometri interamente disposti nel Comune di Canale e attraversa molti dei suoi siti viticoli più celebri: tra cui Renesio, antico toponimo da cui si originò il termine dialettale Arneis, assurto poi ad indicare il vitigno ed il vino Arneis Docg, passando per Mompissano e San Vittore, “culla” della civitas canalese.
Non si può parlare di Roero senza considerare ciò che lo generò: il Tanaro, dall’antico fenomeno della sua geologica “cattura”. Ecco dunque un altro percorso da 24 chilometri e mezzo, che da Canale parte e torna addentrandosi tra i cru argillosi di Castellinaldo d’Alba, Castagnito, Guarene e Vezza d’Alba, in un territorio dalle linee morbide e sinuose, in cui le vigne contendono terreno ai coltivi di frutta e ai noccioleti, e che tiene in gran conto un’altra unicità come la Pera Madernassa.
E poi, le Rocche: i “cru” aridi, per un segmento da poco meno di 23 chilometri ancora una volta avente come campo-base Canale. Verso Montà, Santo Stefano Roero e Monteu Roero, dove burroni sabbiosi inaccessibili si aprono selvaggi tra gli appezzamenti coltivati.
Infine, il quarto percorso, panoramico: dal parco del castello canalese dei Malabaila, alla volta del locale Santuario di Mombirone, come benedizione ideale per lanciarsi in costa di collina tra Monteu Roero e Montaldo, andando dritto al cuore dei punti in cui trionfano le menzioni geografiche aggiuntive del Roero enoico: dalle Anime Nere al Ciabot San Giorgio, già sito dello scomparso castello di Pulciano, passando per il colle sanstefanese di San Michele dominato da una chiesa campestre che svetta isolata a sentinella del territorio.
Da lì, i cru di Bricco Braida, Anime e Ss.Trinità, con il cuore che si conforta ancor di più dopo 26 chilometri e mezzo, alla vista dei portici di Canale che sono come un segno di equilibrio tra storia, tocco dell’uomo, sapienza delle radici. E’ un Roero che cresce.
Paolo Destefanis