A seguito del DPCM 28/03/2020 circa i criteri di formazione e riparto del Fondo di Solidarietà 2020 ai Comuni, ciascun Ente è stato autorizzato ad erogare buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari e prodotti di prima necessita presso gli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa e contenuti nell’elenco pubblicato sul sito istituzionale del comune. L’individuazione dei beneficiari della misura è avvenuta attraverso l’adozione di criteri oggettivi di natura economica e sulla base della composizione dei nuclei familiari richiedenti, con un atto di indirizzo politico amministrativo preventivo, poi condiviso con il Servizio Sociale Territoriale, della cui collaborazione il Comune si è avvalso per l’istruttoria delle domande pervenute.
L’esposizione agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica in corso, insieme allo stato di bisogno, erano parametri fissati per legge: una cornice necessariamente astratta che l’Amministrazione doveva e ha saputo riempire di contenuto e valorizzare in concreto. Interruzione dell’attività lavorativa, assenza di entrate, l’incidenza dell’affitto e delle utenze sul reddito, l’impossibilità di intraprendere lavori anche saltuari, la disponibilità effettiva di risorse superiori a quanto sarebbe spettato a titolo di buoni spesa, gli indicatori da noi scelti per l’apprezzamento delle richieste. I nuclei beneficiari di reddito di cittadinanza o altri sostegni non sono stati esclusi a priori, posto che nessuna “incompatibilità” poneva il decreto, ma soltanto la doverosa precedenza da accordare alle persone prive di qualsivoglia sostegno.
Ciascuna domanda è stata valutata personalmente dall’Assessorato competente con il Consorzio socio assistenziale, che è il servizio a conoscenza delle situazioni di chi percepisce il reddito di cittadinanza o altre forme di sussidio pubblico. Si è tenuto conto di ogni circostanza concreta: l’importo del reddito di cittadinanza infatti è eterogeneo e varia in base a molteplici fattori; non vi è regolarità nella erogazione, non tutti i beneficiari si vedono erogato l’intero ammontare, per alcuni nuclei l’erogazione era sospesa da alcuni mesi; alcuni nuclei percepivano ad esempio 50, 70 o 100 euro mensili, importi assolutamente insufficienti a far fronte alla spesa alimentare del nucleo familiare.
Tutte le persone che non sono risultate in possesso dei requisiti stabiliti per beneficiare del contributo sono state contattate telefonicamente ed è stata spiegata loro la motivazione dell’esclusione. Ringraziamo quindi il sig. Radosta, ma ci sentiamo di rassicurarlo che sia stata effettuata una verifica approfondita e ragionata in ogni fase dell’erogazione dei buoni spesa. Quanto al loro utilizzo per spese non alimentari, ribadiamo che era esplicitamente vietato, anche a norma del regolamento sottoscritto da ogni attività economica che ha aderito all’iniziativa. Cordialità.
L’Amministrazione Comunale di Saluzzo