45 ANNI FA L’ALBESE IN SERIE C – Mister Ferretti: “Tre anni d’oro e… gli attaccanti segnavano sempre!”

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Gli artefici del trionfo del 1975. Da sinistra, i dirigenti Saglietti e Moschino, mister Ferretti e il presidente Barberis

Domenica 18 maggio 1975. Una data che resta e resterà per sempre nel cuore di Alba, degli albesi e, senza voler essere presuntosi, di tutta la provincia di Cuneo.

Quel giorno, infatti, nonostante un ko in trasferta sul campo del Sestri Levante, l’Albese di mister Amilcare Ferretti centrava lo storico “salto” in Serie C. Una promozione storica, perché dal secondo dopoguerra per la prima volta una squadra della Granda riusciva in quest’impresa (il Cuneo giocò in Serie C subito dopo il 1945, ma era stato ammesso di fatto “d’ufficio” quando ancora le categorie nazionali erano in via di definizione).

A 45 anni da quella data, Ideawebtv.it ricorda quel trionfo con alcuni contenuti che usciranno nelle prossime ore, celebrando un momento che ancora oggi fa venire gli occhi lucidi a chi lo visse.

Di quell’impresa fu artefice primo un uomo che al calcio aveva già dato tanto nelle vesti di calciatore: Amilcare Ferretti detto Mirko, ex giocatore di Como, Catania, Fiorentina, Torino e Alessandria, a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta.

Classe 1935, Amilcare ha poi dedicato una vita al calcio, sia come allenatore che come osservatore e figura di spicco all’interno di importanti settori giovanili, quali quelli di Milan, Bologna e Torino.

“All’Albese vissi tre anni meravigliosi. – spiega – I dirigenti erano pochi ma buoni, bravi a metterti nelle condizioni ideali per lavorare al meglio. Noi avemmo il merito di portare un ambiente che stravedeva per la pallapugno e il pallone elastico e vivere per il calcio e a riempire prima il Coppino e poi lo stadio di Cinzano. Fu tutto bellissimo”.

Ma che squadra era quella? “Una formazione ben bilanciata, nella quale si fondevano alla perfezione gioventù in crescita ed esperienza di alcuni ragazzi che, seppur giovanissimi, sapevano già come si giocavano certi campionati. E poi, fortunatamente gli attaccanti segnavano sempre: quell’anno Gobetti ne fece 19 e ci diede una grossa mano”.

Poi Ferretti ri-elenca elemento dopo elemento tutti i componenti della rosa e il loro schieramento in campo con aneddoti e scelte tattiche: “Tutti capirono in quale contesto erano finiti e si adattarono al meglio. Si creò un gruppo granitico, tanto che ancora oggi spesso si trovano per ricordare e sono felice che molte volte invitino anche me”.

Ricordi di un’esperienza lontana 45 anni per chi di calcio ne ha visto: “Sono soddisfatto per quanto fatto. Oggi sto ultimando il mio secondo libro, sempre dedicato ai giovani. Nella mia vita potrò sempre dire di aver lanciato ragazzi che hanno dato tanto all’Italia, come Antognoni e Mancini (da allenatore, ndr), Vieri e Pellissier (da dirigente del settore giovanile del Torino), ma quell’annata resta pur sempre una tappa cruciale della mia carriera”.