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La quinta generazione

Grande opportunità oppure pericolo per la salute? Viaggio alla scoperta del 5G, molto più di una semplice evoluzione degli standard attuali

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In un’epoca in cui l’attenzione per la salute è diventata massima si guarda con molta fiducia all’evoluzione di scienza e tecnologia. L’emergenza scatenata dalla diffusione del coronavirus Covid-19 ha messo in luce le enormi potenzialità dell’innovazione tecnologica che è risultata fondamentale per attenuare gli effetti del distanziamento sociale.

Pur a fronte di questi risvolti estremamente positivi, non mancano gli scettici o, meglio, i diffidenti verso gli ultimi ritrovati dell’informatica e del settore digitale. Sono ancora moltissime le persone, spesso organizzate in veri e propri gruppi, le quali, a volte a ragione, temono che le novità introdotte dalla tecnologia possano ritorcersi contro l’uomo e, di conseguenza, comprometterne la salute. Insomma, si teme sempre che l’ultima scoperta tecnologica possa trasformarsi in una piccola “bomba atomica”. È più o meno quello che sta succedendo attorno alla tecnologia 5G che, se da un lato viene guardata come la nuova rivoluzione nell’ambito delle comunicazioni mobili, dall’altro desta preoccupazione, in quanto possibile minaccia per la salute. Ma di cosa si tratta nello specifico? Con il termine di 5G si definiscono gli standard e le tecnologie di nuova generazione per la comunicazione mobile. In parole povere si tratta della quinta generazione che si aggiunge e migliora le precedenti 2G, 3G e 4G e che verrà utilizzata dai nostri smartphone e, in generale, da tutti i dispositivi connessi a Internet. Dispositivi web-connessi che, peraltro, sono sempre più numerosi in quanto ormai anche gli elettrodomestici, le luci e le auto, solo per fare alcuni esempi, sono dotati di tecnologie che ne consentono il collegamento alla rete. Tornando al 5G, sarebbe riduttivo (e sbagliato) considerarla come una semplice evoluzione del 4G.

Le sue caratteristiche tecniche, infatti, sono completamente differenti, non solo in termini di qualità e ampiezza di banda e di velocità, ma anche per le modalità di gestire le comunicazioni e la copertura del segnale, assicurata tramite frequenze, antenne e tecniche di trasmissione dati totalmente differenti rispetto alle tecnologie impiegate finora. L’inno­vazione, che per ora in Italia è stata introdotta solo in alcune aree, garantisce una maggiore velocità di trasmissione dati, che si stima possa essere dieci volte maggiore di quella attuale. L’Istituto superiore di sanità, con specifico riferimento al 5G, nota che «al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G. Se da un lato aumenteranno sul territorio i punti di emissione di segnali elettromagnetici, dall’altro questo aumento porterà a potenze medie degli impianti emittenti più basse. Un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo sarà dovuta alla rapida variazione temporale dei segnali. Una valutazione adeguata dell’impatto di questa nuova tecnologia potrà essere effettuata solo a seguito di una conoscenza dettagliata delle caratteristiche tecniche degli impianti e della loro distribuzione sul territorio».

BaNNER
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