A Bruno Bernardi erano affezionati non solo i campioni della Juventus e i tifosi bianconeri, ma in generale gli appassionati di calcio, che ne apprezzavano, oltre alla profonda competenza, anche la capacità di raccontare in maniera emozionante, ma sempre oggettiva, le più belle e appassionanti pagine del calcio italiano ed europeo.
Torinese di nascita, Bernardi ha lasciato un gran ricordo anche tra gli appassionati della pronvicia di Cuneo. Molti di loro, infatti, lo ricorderanno a lungo ospite di prestigio della trasmissione calcistica “Lunedì sport” in onda su Telecupole negli anni ’80. Di Bernardi dobbiamo, a malincuore, parlarne al passato, perché lo scorso 19 maggio, all’età di 79 anni se n’è andato per sempre, dopo una vita intera a raccontare, con garbo, senza mai cadere nella partigianeria, la sua Juventus.
È stato giornalista de “La Stampa”, inviato, prima firma, scrittore, opinionista e, soprattutto, esponente di un giornalismo che oggi sembra appartenere a un’epoca lontanissima, fatta di taccuino e correttezza. Era, come del resto molti lo chiamavano, un “maestro”, soprattutto per la sua grande esperienza, maturata al seguito della Vecchia Signora, di cui amava parlare anche con i tifosi che incontrava per strada o allo stadio.
Mostrava una grande umanità anche con i colleghi, non rinunciando mai all’ironia e agli aneddoti. Umanità che ha saputo trasmettere anche ai tanti lettori che non hanno mai smesso di seguirlo e ammirarlo per la sua schiettezza, ma anche per la sua irriverenza. Questo era “Bibì”.