Il ricordo dell’intervista resa a Beppe Ghisolfi

«A Torino mi raccontò che il successo dei suoi film dipendeva dal fatto che raccontassero la vita reale e quando finimmo... mi fece pagare il conto»

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«Nel corso della mia vita da giornalista ho realizzato circa venti mila interviste», spiega Beppe Ghisolfi, banchiere e scrittore, nonché giornalista, un’esperienza che, dice lui, «ti insegna come avvicinare le persone e come trattare chi ha avuto successo. Poi buon carattere ed un po’ di fortuna completano l’opera».
Riguardo al numero di interviste realizzate in carriera, l’attuale vicepresidente del Gruppo europeo delle Casse di risparmio Esbg e Consigliere dell’Istituto mondiale Wsbi aggiunge: «Può sembrare una cifra esagerata. E invece sono proprio venti mila. Basta calcolare che per oltre venti anni per il Tg4 di Telecupole e per altri giornali ho intervistato almeno tre persone al giorno. Il conto è presto fatto».
Tra le tante persone che risposero alle sue domande ci fu anche Alberto Sordi. Un incontro di cui il fossanese serba un ricordo indelebile. «“Quanto mi dai per l’intervista?”Fu questa la sua domanda, prima ancora che iniziassi io a parlare», osserva Ghisolfi. «Ovviamente scherzava. Mi raccontò che i suoi film avevano successo perché raccontavano la vita reale in cui ognuno di noi può ritrovarsi. Ci incontrammo in un bar di Torino. Tanto per confermare la sua proverbiale parsimonia, ho memoria del fatto che l’aperitivo lo pagai io.
In compenso mi salutò con un abbraccio affettuoso».