Le emozioni del primo giorno di lavoro in redazione alla rivista IDEA non si scordano, per tanti motivi. Sei giovane, alle prime armi, e cosa ti affidano? Un annuario del calcio extra provinciale, con tanto di contatto telefonico squadra per squadra, per riportare in tabelle un dettagliato elenco di giocatori, ruoli, gol subiti, partite vinte e perse. Uno shock per me, donna e per la prima volta chiamata a interloquire al telefono, timorosa di presentarmi, ma soprattutto preoccupata di comprendere quei dati così preziosi per completare il lavoro… Intanto in redazione il direttore valutava con attenzione i miei primi articoli, li modificava, li integrava e li giudicava… non sempre con toni confortanti. Ma si sa, il tempo e l’esperienza piano piano hanno smussato le incertezze, corretto gli errori, almeno quelli più eclatanti, portandomi a comprendere i miei difetti.
La fortuna negli anni è stata avere al mio fianco, autentici maestri: dall’inflessibile e istrionico Enrico Heiman al determinato e caparbio Giovanni Tosco; dal pacato e razionale Alberto Manassero sino ai giorni più recenti con il silenzioso e puntiglioso Claudio Puppione.
Il tesoro più prezioso, personalmente e umanamente che conservo sono le storie dei tanti imprenditori e clienti incontrati in questi 30 anni di appassionante impegno, che ho cercato di raccontare con semplicità e onestà; lo spensierato e giovanile periodo trascorso con Mara Peruzzi, un’amica leale, che mi ha forgiato anche un po’ nel carattere, ma soprattutto la mia famiglia, in particolare mio padre che rimane per me esempio inarrivabile… E poi c’è l’oggi, fresco, giovane, tecnologico e coeso, un team collaborativo e dinamico, con il quale è un vero piacere guardare al futuro. Perché la rivista IDEA è il mio futuro.
Confucio diceva: “Scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua”.
Ecco svelato il mio segreto.