Una trentina di persone hanno partecipato lo scorso 25 giugno all’incontro per (ri)pensare la sala della comunità (SdC). Un gruppo molto eterogeneo, che andava da giovani venticinque-trentenni, fino ad anziani (molto) vicini agli 80 (tutti rigorosamente distanziati!!!).
Il numero di presenti e la composizione stratificata per età indica già da solo un bel segnale di attenzione al tema. Dopo i saluti della comunità salesiana portati da don Alberto, la presentazione di alcune idee sul senso e ruolo delle sale della comunità alla luce dei documenti della Chiesa e la restituzione degli esiti del questionario, la serata si è strutturata attorno ad una libera discussione. L’obiettivo, che era quello di smuovere la riflessione su un settore della nostra opera ancora poco considerato e praticato, ha trovato risposta negli interventi che si sono succeduti. Da essi è emersa la necessità di portare l’attenzione della comunità sull’importanza della definizione di un progetto culturale complessivo, in cui si tratteggino le linee di un lavoro di dialogo con la realtà circostante e di interpretazione della stessa, alla luce del Vangelo. Un compito ambizioso, che ci si è anche chiesti come raggiungere. Insieme alla consapevolezza che occorre tenere al centro anche delle attività della sala della comunità soprattutto i giovani. Per essi, lo strumento offerto dal cinema, dal teatro, dalla musica e dalle altre forme di espressione rappresenta certamente un’occasione per sperimentare le proprie capacità, confrontarsi con gli altri, esprimere idee e visioni del mondo, realizzare progetti. Alla fine della serata una dozzina di partecipanti ha dato la disponibilità ad impegnarsi direttamente nella gestione della sala.
Il questionario proposto nelle scorse settimane, a cui hanno risposto 123 persone, seppur rappresenta uno spaccato molto approssimativo del rapporto tra la cominità e la SdC, mostra tuttavia alcuni aspetti interessanti.
Se la maggior parte delle persone che hanno risposto al questionario sono frequentatori abituali della parrocchia/oratorio (72%), è significativa la partecipazione all’indagine di molte persone che calpestano sporadicamente o per nulla i nostri cortili, ad indicare che la SdC può attrarre attenzione oltre gli stretti confini della comunità. Un dato su cui riflettere, invece, è costituito dalla quasi totale assenza dei giovani tra i compilatori: quasi il 58% delle risposte provengono dalla fascia di età tra i 36 e i 65 anni, mentre solo il 20% si colloca nella fascia tra i 20 e i 35 anni e solo poco più dell’1% tra i 14 e i 19 anni. Eppure, come emerso nella discussione, sono proprio i più giovani i destinatari attorno a cui qualificare le proposte della SdC, anche per evitare doppioni con altre realtà analoghe sul territorio.
Abbastanza conosciuti e tutto sommato utilizzati appaiono gli strumenti di comunicazione sociale usati dalla parrocchia/oratorio: in testa ci sono il sito internet, la newsletter settimanale e la pagina della Guida dedicata, accanto a strumenti più tradizionali (come le bacheche) che conservano la funzione di comunicazione veloce ed efficace. Bassa invece l’intensità di frequenza agli eventi proposti dalla SdC: quasi il 55% delle persone frequenta solo sporadicamente la sala, un valore certamente da incrementare.
Interessanti, infine, le risposte alla domanda sulla tipologia di eventi che si vorrebbe vedere in sala: il 69% gradirebbe partecipare ad eventi musicali (di fatto i grandi assenti nell’attuale proposta offerta dalla sala), mentre il 73,5% vorrebbe più incontri con personaggi qualificati, di approfondimento e discussione di tematiche di attualità.
Da questa serata e grazie alle disponibilità raccolte, prende il via la costituzione di un gruppo che collabori alla gestione della SdC. Chiunque fosse interessato può contattare Roberto Saba al numero 338.2115380 oppure alla mail del cinema-teatro.
cs