C’è una realtà associativa che corre e non si ferma mai. Neanche di fronte ad un nemico subdolo ed invisibile.
È l’Associazione commercianti albesi, reduce da un periodo di lavoro particolarmente intenso – che tuttora prosegue – legato alle conseguenze del “lockdown”, cioè la chiusura delle attività durante i mesi più difficili dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Le restrizioni imposte dalle autorità nazionali e regionali per arginare l’epidemia di Coronavirus a partire dal 9 marzo scorso hanno determinato i mesi più duri per la società e per l’economia dopo il periodo post bellico del secondo conflitto mondiale.
Moltissime le imprese che hanno subito i colpi dello stop prolungato, coinvolte trasversalmente ai comparti perché il virus – terribilmente “democratico” – non ha risparmiato nessuno, salvo garantire un po’ di respiro alla filiera alimentare in quanto distributrice di generi di prima necessità.
Il periodo in assoluto più duro è stato il bimestre marzo-aprile, caratterizzato dalla chiusura delle attività imprenditoriali e dall’impedimento degli spostamenti, ma anche da un generalizzato clima di paura e di incertezza.
UN PUNTO DI RIFERIMENTO
In questo contesto, l’Associazione commercianti albesi non ha mai chiuso, rimanendo costantemente a disposizione di tutte le aziende e degli imprenditori, limitandosi per un primo periodo a non ricevere fisicamente la clientela nei propri uffici, sanificati e resi fruibili in sicurezza dal personale affinché fosse possibile non soltanto proseguire la consueta attività, ma assolvere a tutte le nuove incombenze alle quali l’emergenza ha chiamato le imprese e, di conseguenza, l’associazione di categoria e i professionisti che al suo interno erogano servizi e consulenze.
In particolare a marzo e aprile, l’Aca ha intensificato il proprio impegno, sette giorni su sette, per mantenere il costante supporto fornito alle aziende clienti ed associate, ma anche a tutte quelle realtà – in totale circa 3mila – che cercavano nell’Aca un punto di riferimento per ottenere informazioni su evoluzioni normative, proroghe, protocolli, credito e le tante iniziative avviate.
L’incremento dell’attività infatti è testimoniato dal flusso di comunicazioni in ingresso e in uscita, telefoniche e mail. Circa 40 mila chiamate gestite tra marzo e aprile, oltre 400 mila e-mail ricevute e oltre 180mila mail inviate nello stesso periodo, tra comunicazioni ordinarie e straordinarie, newsletter e aggiornamenti. Decine sono i webinar – cioè le conferenze via web a causa del distanziamento – con categorie, gruppi di lavoro per l’emergenza Covid-19, attività commerciali e turistiche ed amministrazioni comunali del territorio.
Nei giorni di chiusura totale, 95 le newsletter informative su decreti, chiusure, riaperture, protocolli e aggiornamenti.
Pubblicati 83 post su Facebook, 20 post su Instagram.
Ad oggi, le sole newsletter inviate dall’inizio dell’emergenza sono 129 per un totale di 335.000 invii, mentre i post su Fb sono 105.
Le aziende sono state supportate dal punto di vista fiscale per sospensione pagamenti, proroghe, scadenze aggiornate, modifiche previste dai decreti, supporto per le attività di “delivery” e “take away” consentite dalle normative, richieste riduzioni/sospensioni dei canoni di locazione, crediti d’imposta, spese per i dispositivi di protezione individuale e sanificazione, moratorie mutui; oltre 1000 domande telematiche per bonus autonomi, professionisti, sportivi ecc., info e assistenza per buoni spesa, gestione Pec e smart card, aggiornamento informative privacy; 249 sono le richieste presentate per il bonus Piemonte e 550 per il bonus Agenzia Entrate, 75 per il bonus finanziamenti della Regione Piemonte (5%), 263 le domande di richiesta finanziamento in base all’accordo Aca/Banca d’Alba.
Mille ditte sono state contattate per fornire informazioni sulle opportunità di finanziamento agevolato previste dal “decreto Liquidità” con assistenza nelle relative richieste. 205 le domande per congedi Covid, 135 richieste per bonus “baby sitting” e centri estivi, 49 richieste per bonus colf.
Circa gli aspetti della sicurezza aziendale, supporto ed informative per i lavoratori e per la clientela e, in preparazione alla ripartenza, stesura e consegna di 550 protocolli anti-contagio obbligatori per tutte le attività.
Il periodo ha inoltre generato richieste di cassa integrazione per 500 aziende riguardante un totale di 5.300 dipendenti.
Nonostante l’impossibilità di svolgere formazione in presenza, per le imprese operative durante il “lockdown” sono state censite le esigenze formative e sono stati organizzati corsi Fad (formazione a distanza) sui protocolli e sulle buone prassi da seguire in relazione al Covid-19 nonché una formazione specifica in vista della riapertura degli esercizi.
L’Aca ha organizzato il sistema delle consegne a domicilio, al quale hanno aderito 125 aziende, un’attività che prosegue con la promozione dell’app Tabui Local per la rivincita delle botteghe. La struttura ha collaborato con le amministrazioni comunali e con la Fiva regionale (Federazione italiana venditori su area pubblica) per la gestione e la riapertura di decine di mercati del territorio.
L’Aca ha anche gestito la fornitura di oltre 23.000 mascherine a ditte associate.
Le attività turistiche sono state supportate nella gestione delle cancellazioni e delle richieste da parte dei clienti e sono state messe in campo varie iniziative: “Don’t cancel postpone”, per invitare a posticipare i soggiorni e non cancellare; la task force “insieme per ripartire”, con 5 webinar dedicati ai soci e tre tavoli di lavoro istituzionali; la creazione di una vetrina web dedicata ai ristoranti del Consorzio che si sono strutturati per il “delivery”; un’intensa attività social per raccontare il territorio e ricreare il desiderio di vacanza.
L’Associazione commercianti albesi c’è: al fianco delle imprese, oggi come ieri.
Associazione commercianti albesi
piazza San Paolo 3 – Alba
Tel. 0173 226611
e-mail [email protected]
sito internet: www.acaweb.it