“Non delocalizzare la stagionatura del Castelmagno, non snaturare caratteristiche e peculiarità del formaggio simbolo del Cuneese, tra i più conosciuti in Italia e nel mondo, è fondamentale. Non sarebbe neanche da discutere. Il Disciplinare deve essere chiaro per tutti. Non si scende. E il Mipaaf lo deve chiarire bene. Di una cosa siamo certi. Si inizi a lavorare, si continui a operare con chi ci crede fino in fondo, per dare grande valore al prodotto.
E qui entrano in gioco gli Enti locali, i Comuni con l’Unione montana Valle Grana guidata da Marco Marino che Uncem ringrazia per il lavoro che sta facendo. Dobbiamo lavorare verso la nuova PAC per incentivare la crescita di stalle stanziali, che stanno tutto l’anno sul territorio. E bloccare le drammatiche, gravissime speculazioni sugli alpeggi che distruggono le economie locali. Credo che con l’Istituto lattiero-caseario di Moretta, con Guido Tallone, e il lavoro speciale fatto da Andrea Cavallero dell’Università di Torino, si possa iniziare a identificare dei cru di Castelmagno, che superino i 40, 50 euro di valore. Castelmagno dei tre latti ad esempio. Il mercato c’è. Il percorso va costruito, potenziato. Su questo sappiamo che molti produttori vogliono lavorare.
Su questo dobbiamo sostenerli, anche con investimenti pubblici, regionali e nazionali. Elisa Fantino e Giorgio Amedeo, ad esempio, e altri grandi produttori, allevatori, stanno già facendo un lavoro straordinario. Li ringrazia la montagna insieme con le decine di aziende agricole che resistono, che plasmano il territorio, che fanno la Montagna. La tengono viva. E giustamente chiedono provvedimenti fiscali peculiari, oltre che semplificazione. Ci impegniamo con tutte le forze al loro fianco“.
Lo affermano Lido Riba e Marco Bussone, Presidenti regionale e nazionale Uncem.