Una “vetrina” di sicuro prestigio, un’occasione di visibilità che fa sicuramente piacere alla Sinistra Tanaro e a chi, da anni, lavora per la sua promozione: e, allo stesso tempo, un’occasione di dibattito su “cosa è” il Roero sotto il profilo territoriale e storico.
The Guardian, storica testata giornalistica britannica (fondata a Manchester, ma con sede a Londra: per sua stessa auto-definizione, il più autorevole organo d’informazione liberale a livello europeo e planetario) ha deciso di occuparsi di questa zona in una rubrica ad hoc diffusa sulla sua versione online internazionale.
E’ accaduto a partire da domenica 5 luglio: in un corposo servizio teso a segnalare tre aree italiane come valide mete turistiche per il periodo delle vacanze, in una ristrettissima pattuglia in cui il Roero è stato abbinato all’Alta Badia per quanto concerne invece le ferie a sfondo montano, e alla Costa Toscana per ciò che attiene invece le destinazioni marittime.
Sin dai primi minuti, in molti hanno preso atto di questa considerazione: come l’associazione Valorizzazione Roero (a partire dal primo cittadino monticellese Silvio Artusio Comba, già leader e ora a fianco del sindaco Giacomo Badellino di Santa Vittoria designato come nuovo presidente), che lavora nell’interesse del territorio locale anche in ottica Unesco.
Ma anche i sindaci roerini e il loro “collega” Gianni Fogliato di Bra, cui il servizio giornalistico dedica una buona parte de suoi contenuti, facendo menzione anche del movimento Slow Food e dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Una visione, questa, che ha rilevato anche qualche osservazione da parte dei “puristi” in fatto di storia e morfologia roerina: per due territori distinti e complementari, ora uniti per l’occasione in questo articolo firmato dalla giornalista Liz Boulter. Esso è reperibile all’indirizzo https://www.theguardian.com/travel/2020/jul/05/italy-summer-holidays-tuscany-coast-dolomites-piedmont: approfondendo così caratteri peculiari dell’areale roerino come le rocche e il patrimonio ambientale, puntando dritto a centri come Monteu Roero (è fatta citazione espressa di realtà come la cantina Negro di frazione SantAnna, e del non distante agriturismo Cascina Vrona: un omaggio a due “eroi locali” come il vigneron Giovanni Negro e la famiglia Sandri), pur senza citare altri aspetti-cardine come il tartufo e la rete dei castelli.
Ma, in questo momento, non è il caso di affannarsi a cercare il pelo nell’uovo e a ragionare in termini di campanile: quella offerta dal Guardian è di certo una bella opportunità, un’attenzione “fuori porta” che apre eventuali strade ad altre occasioni di approfondimento e scoperta delle colline del Roero.
Paolo Destefanis