Fossano è da sempre una realtà vicina al mondo della musica, anche per via dei tanti artisti di caratura nazionale e internazionale che, negli anni, l’hanno scelta come palcoscenico per i loro concerti. Mancava però una realtà che potesse crescere i talenti musicali del territorio. È per rispondere a questa esigenza che nel 2011 è stata costituita Fondazione Fossano musica. Dei progetti di questa realtà e del suo futuro abbiamo parlato con il direttore, Gianpiero Brignone.
Direttore Brignone, non tutti conoscono gli importanti passaggi che hanno portato alla nascita di questa apprezzata realtà. Ce li illustra?
«La Fondazione è nata nel contesto della scuola musicale “Vittorio Baravalle”, fondata nel 1974; ufficialmente è stata costituita nel 2011, partendo dall’idea del compianto Mario Bassino, già direttore della Michelin, all’epoca vicedirettore della Cassa di risparmio di Fossano, il quale intuì le potenzialità e la lungimiranza del progetto. Progetto che, dopo la sua morte, Antonio Miglio, in quel periodo presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Fossano, decise di portare avanti, giungendo alla creazione dell’ente in seguito a un accordo stretto tra istituto bancario e Comune».
Da quel momento la crescita è stata costante, vero?
«Sì. Basti pensare che gli studenti sono passati da 600 a quasi 1.400, mentre gli insegnanti sono 90, per un totale di 25 mila ore di insegnamento (il 90 per cento delle quali individuali, ndr) assicurate ogni anno. Questo anche grazie alle sinergie avviate, che hanno portato la Fondazione a gestire le attività musicali anche delle scuole civiche di Bra e Ceva e a collaborare allo sviluppo di significativi eventi, come il festival “Vocalmente”, ormai di richiamo internazionale. Impossibile citarli tutti perché, ogni anno, solo i concerti superano quota 100. Cuore delle attività resterà Palazzo Burgos, i cui lavori di riqualificazione sono in dirittura d’arrivo».
C’è un progetto al quale è particolarmente legato?
«Come sono solito dire ai miei collaboratori, il progetto più importante è quello che ancora deve arrivare. Dovendo sceglierne uno, dico “La musica salva la vita”, emozionante iniziativa con la voce di Pinuccio Bellone, attraverso la quale abbiamo voluto omaggiare l’artista venezuelano Antonio Abreu. In generale, da musicista, ritengo che non ci si debba mai considerare arrivati: la voglia di migliorare porta sempre a compiere progressi. È per questo che ora, tra le altre cose, puntiamo a ottenere il riconoscimento universitario».
Qual è la chiave del vostro ampio successo?
«Il fatto di poter operare come privati, avendo la possibilità di partecipare a bandi e di collaborare con aziende locali, è stato sicuramente d’aiuto. In ogni caso, realtà del genere possono funzionare solo se ad animare le attività ci sono positività e voglia di fare. In questo senso, a fare la differenza sono le persone della Fondazione Fossano musica».
Le persone hanno giocato un ruolo decisivo anche durante il “lockdown”. È così?
«Assolutamente sì. Nella maggior parte dei casi, le lezioni sono state garantite online. Per andare incontro a chi non ha avuto modo di portare avanti il proprio percorso regolarmente sono state organizzate sessioni di recupero e si è provveduto a estendere fino a settembre la durata dell’anno scolastico. Ringrazio i docenti che, mostrando pazienza e capacità, hanno saputo variare in pochissimo tempo, senza che ne venisse meno la qualità, il metodo di insegnamento».
Quali novità all’orizzonte?
«Si tratta di decidere se il controllo della Fondazione debba essere privato o pubblico. Ci troviamo di fronte a una fase cruciale, ma ormai si intravede la linea d’arrivo. La qualità didattica e artistica della scuola non è in discussione e i soci sapranno sicuramente trovare la migliore soluzione che, nel rispetto dello statuto, sappia accogliere sia la parte privata, rappresentata dalla Fondazione Cassa di risparmio, sia quella pubblica, che vede in prima linea il Comune di Fossano».