Adagiato sulla cima della collina sovrasta maestosamente il borgo del paese. Fu di proprietà di Gaio Francesco della Mirandola, discendente e nipote del noto umanista e filosofo Pico della Mirandola. Dobbiamo andare al secolo XI per rilevare la prima costruzione fortificata nello stesso luogo in cui ora si erge il Castello; la costruzione del Castello così come si presenta oggi risale probabilmente alla fine del Trecento/inizio Quattrocento e probabilmente fu opera della potente famiglia roddese dei Faletti. Procedendo con la storia altra data importante fu il 1526 quando la proprietà passa ai Conti della Mirandola e successivamente, nel 1690, ad un’altra famiglia, quella dei Chiesa. Durante il congresso di Vienna saranno i Savoia ad impossessarsi del Castello il quale diventerà successivamente prima bene statale e poi, definitivamente nel 2001, proprietà del Comune di Roddi.
Il castello è caratterizzato da un corpo centrale di 3 piani e da due torri cilindriche; le due torri sono differenti tra loro: la prima risulta essere snella ed alta mentre quella del lato opposto risulta più basse. La tipologia è definita del ”Dongione”; con questo termine viene definita la torre più alta di un castello, progettata per servire sia come punto di osservazione che da ultimo rifugio, nel caso in cui il resto della fortificazione dovesse essere occupata dal nemico. Una tipologia simile si può ritrovare nel Castello di Serralunga, piccolo comune poco distante da Roddi anche se le torri di quest’ultimo sono meno integrate alla struttura centrale del castello e più massicce. Le soluzioni difensive realizzate nel Castello di Roddi sono, rispetto a quelle di Serralunga, più moderne; in particolare troviamo nell’ultimo piano le caditoie, buche a forma di feritoia che consentivano diverse tattiche militari.
Non resta purtroppo traccia del ponte levatoio che proteggeva il castello, allo stato attuale l’accesso avviene da un cortile esterno. Le sorprese maggiori si hanno all’interno dove si trovano numerose decorazioni e soffitti lignei a cassettoni e le bellissime storiche cucine risalenti al Cinquecento. E in tema di cibo, patrimonio caro in terra di Langa, vale la pena la citazione della scuola di cucina realizzata all’interno dei locali della pertinenza del castello. Si chiama “Terra”, un nome che richiama il profondo legame con il territorio e pone al centro tre ingredienti fondamentali: genuinità, località ed eccellenza delle materie prime
È stata realizzata una moderna cucina didattica fornita di 12 postazioni in acciaio dotate ciascuna di schermo lcd.
È poi presente la postazione principale, quella destinata ad ospitare il masterchef, dotata di videocamera per riprese e proiezione sugli schermi delle singole postazioni. Una vera e propria aula.
Perchè la realizzazione di questa scuola di cucina? Perchè il Castello di Roddi ospiterà nei locali ancora da recuperare, un Museo dedicato alla cucina di Langa. Si tratta di un progetto ambizioso che ha come scopo la valorizzazione dei prodotti enogastronomici del territorio, partendo dal racconto della loro storia e la tradizione ma con un occhio di riguardo al presente ed allo sviluppo futuro.
Da non perdere per l’autunno le esperienze digitali, nella “Cucina della Comunità” dove l’ente fiera internazionale del tartufo verranno proposti corsi di cucina condotti da chef nazionali ed internazionali ed organizzate cene con chef stellati che coinvolgeranno produttori di eccellenti materie prime cucinate e raccontate dai protagonisti.
Al castello di Roddi tra cucina e tartufo bianco
Nella cornice del Castello di Roddi sarà proposta la “Cucina della Comunità”: un luogo simbolico che accoglie chef, materie prime e produttori